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Aggiornato: 21 giugno 2025


Il suo sgomento, il suo tormento, era che cercassero, che scoprissero Le notti di Giuliana. Ma allora sarebbe passato per ladro col libraio, coi professori, coi suoi compagni e coi parenti di don Giuseppe... con tutti quanti! Il cambio colla grammatica l'avrebbero creduta una storiella! Ladro! Ladro! Ladro! e immaginava quella parola "Ladro!"

Quando si trovava a Ginevra gli giunse un giorno questo avviso di Giuseppe Corso, libraio romano provveditore della casa Panfili:

Chiedetene ad un libraio: vedrete che una buona met

Tutti i fantasmi delle illusioni e delle commozioni recenti abbandonarono a un tratto il mio spirito, come i fiori d'un albero scosso da una folata gagliarda. E come i fiori caduti sono per l'albero irrecuperabili, così furono per me quelle cose dell'anima: mi divennero estranee. Feci uno sforzo, tentai di raccogliermi; non riuscii a nulla. Mi misi a girare per le strade, senza scopo; entrai da un pasticciere, entrai da un libraio; comprai dolci e libri macchinalmente. Scendeva il crepuscolo; s'accendevano i fanali; i marciapiedi erano affollati; due o tre signore dalle loro carrozze risposero al mio saluto; passò un amico a fianco della sua amante che portava tra le mani un mazzo di rose, camminando presto e parlando e ridendo. Il soffio malefico della vita cittadina m'investì; risuscitò le mie curiosit

Stampare, poi, per non trovare un cane che ti voglia leggere. Vero, verissimo, soggiunse l'Assereto, se tu parli soltanto di quelle opere che si mettono in mostra dal libraio. Ma non potresti cominciare a scrivere un dramma.... una tragedia? Mi guardi il cielo dalle tragedie! gridò Lorenzo.

¹ Questo è il più piccolo formato che abbia fin qui ricevuto un libro: almeno così mi ha detto il libraio. Carlo agitavasi inquieto, i Baroni che aveva prescelto a compagni valevano molto ad acquietarlo.

Gli occhi dei giovani erano corsi laggiù, dove accennava il Ferrero. Proprio com'egli diceva, laggiù, davanti alle quattro assi che formavano la bottega del libraio da strapazzo, si era fermato da pochi minuti un giovane pallido, punto in carne e assai male in arnese, quantunque non lo si potesse dire uno sciatto. La camicia era bianca di bucato; ma pur troppo non lasciava vedere i solini al collo i polsini alle mani. Il giubbone di un vecchio panno color tabacco, aveva un bel mostrarsi spazzolato di fresco; oltre che in quella sua continua battaglia colla spazzola ci aveva perso i peli e guadagnato un lustro particolare, si vedeva dal taglio che doveva aver servito d'abito da nozze al nonno di chi lo indossava. Il resto del vestiario era in conformit

La mattina dopo capitò in bottega dal libraio più presto del solito: voleva comperare una grammatica francese; quell'altra l'aveva smarrita, o gli era stata rubata: insomma non la trovava più! La grammatica francese costava appunto un fiorino come Le notti di Giuliana.

Da un libraio della via di Ermete, in Atene, aveva comprati parecchi volumi, e tra questi l'Iliade; poteva dunque viaggiare la Troade con Omero alla mano. Questo è un Baedeker! diceva egli sorridendo al duca di Feira. È certamente il primo della serie! La celia e il sorriso dicevano molto al suo Mèntore, che si lodava in cuor suo di aver condotto in quella forma il viaggio.

Tre di essi, cinque anni dopo, si stringevano con me in amicizia di studio; un po' forse, per la ragione che potevano approfittare delle nuove pubblicazioni italiane e francesi che io avevo i mezzi di comprare e che compravo perchè un libraio, per ordine di mio padre, me le mandava in osservazione a casa, e rimanevano sul mio tavolino, non badando io a restituirle neppure quando non facevamo per me; un po' anche perchè la mia attenzione allo studio, la facilit

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