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Aggiornato: 9 giugno 2025
Ma finitela con queste chiacchiere; gridò la contessa, spazientita. Come si chiama questa signorina? Per cui tanto reo tempo si volse! soggiunse, come se volesse compier la frase, l'impenitente marchese Emilio. Una Guerri; disse il Lesarini. Sapete, e se non lo sapete ve lo dico io, che la Campolonghi sposa un Guerri, del Reggiano. Gente ricca, questi Guerri, ma vivono quasi sempre in montagna.
Orbene, quella ragazza è una Guerri, di Fiumalbo, cugina dello sposo, e venuta a Modena, per assistere alle nozze. Il conte Gino, sulle prime, non aveva badato al discorso del Lesarini. Non avea neanche udito il nome dei Guerri; udì invece il nome di Fiumalbo, e si scosse. Che c'è? domandò egli. Che dite di Fiumalbo? Ah sì! esclamò il Landi.
E il drago sarebbe il nostro buon Lesarini? Così rispondeva la contessa Elena; e il Lesarini, che era per l'appunto il personaggio seduto al fianco della signora, sorrise beatamente, tra i due pizzi grigi, che gli vestivano con aristocratica prolissit
Vedete, Emilio? esclamò la contessa, rivolgendosi al Landi. Mio marito va a far visite, e non sa nemmeno di che cosa gli abbiano parlato. Il conte Gino si seccava, e sorrideva tacitamente, a labbra chiuse, come l'uomo che si secca. A levarlo di pena giunse il vecchio Lesarini, glorioso e trionfante.
Un'altra specie di Lesarini è quella che fa la corte ai grandi uomini. Il piccolo personaggio vi conosce, vi onora del suo saluto ed anche, a ore avanzate, della sua conversazione. Vedendovi da lunge, scende dal marciapiede, attraversa la strada per muovervi incontro. Voi lo aspettate, credendo che voglia stringervi la mano, chiedervi notizie della vostra salute. Ma che?
Andato il Lesarini a prender lingua, la contessa Elena seguitò la rassegna col Landi, e il giuoco innocente delle occhiate col De Wincsel. Ma tratto tratto guardava anche verso il palchetto della sposa Campolonghi, e quante volte puntava da quella parte il binocolo, tante vedeva lo sguardo della sconosciuta rivolto su lei. Andiamo via! diss'ella finalmente in cuor suo.
Il Lesarini sorrise beatamente, come vi ho detto. L'uffizio di drago, e nell'orto, non gli dispiaceva niente affatto. Sicuro; replicò Emilio alla dama; e armato fino ai denti. Si capisce; rispose il Lesarini. Io qui rappresento l'autorit
Finalmente, che vi dirò? la contessa Elena era molto curiosa, voleva saper tutto, e le dava noia di ignorare chi fosse quella giovane donna, non mai veduta fino allora, e sicuramente la più bella tra quante erano allora in teatro. Lesarini, voi dunque non ne sapete nulla? gridò la contessa. Ma che uomo siete voi? Discendete un pochino e domandate a qualcheduno che sia meglio informato.
Il grazioso Lesarini interruppe quel sapiente monologo, ritornando nel palco. Ebbene? gli chiese la contessa. Nulla, rispose egli. Un semplice capogiro; forse effetto del caldo. E dov'è, ora? Qui nel corridoio col Landi; ritorna subito. Alla contessa importava poco che suo marito ritornasse, o restasse fuori dell'altro.
Dio mio! Il Lesarini, ferito? È un uomo che non conta nulla. Il Landi, ferito? È un vecchio amico nostro, e vorr
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