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Aggiornato: 18 giugno 2025


Piacque a Dio, dopo molto tempo avendolo desiderato, dar a Pedofilo mio padre me unigenito, e temendo della mia vita contro di cui fusse tessuto alcun laccio da' guelfi, diede nome di essergli nata una femina e mi vestí da femina; tenendosi cosí sicuro, mi mandò qui in Napoli ad allevarmi, e non potendo patir che vivesse da lui lontano, se ne è venuto a viver qui meco.

LECCARDO. Per vostra grazia, non per mio merito: ed io ne fo un dono alle Signorie Vostre come piú meritevoli di me. BIRRI. La tua gola ti ha fatto incappare. LECCARDO. I topi golosi incappano al laccio. BIRRI. Sei stato cagione che sia morta la piú degna gentildonna di questa cittá per la tua golaccia. LECCARDO. E se non lo faceva per la mia gola, per chi l'aveva io a fare?

«Allora esclamò: « Io speravo di essere felice, ma invece mi sono ingannato. «Poi, rivolgendosi alla donna: « Povera faina disse non disturbatevi e divorate pure tutta la cacciagione che ho portato. «Prese nuovamente il suo laccio e se ne andò; poi, secondo il solito, lo sospese a un albero prima di allontanarsi per cercare della selvaggina. Tornò alla sera recando un superbo daino.

Ora, quale era lo scopo del dottore, armando con tanto splendore questa trappola, caricando questa torpedine, e sopra tutto procurando con tanta cura di eliminar dal soggetto qualunque cosa potesse esservi di urtante e d'inverosimile? Ove mirava desso? Che voleva? Tendeva egli un laccio? Si dava egli un complice? Lavorava ad un'opera buona? Si associava un aiuto?

Non gli parve altra volta mai star tanto; che s'un laccio sciogliea, dui n'annodava. Ma troppo è lungo ormai, Signor, il canto, e forse ch'anco l'ascoltar vi grava: ch'io differirò l'istoria mia in altro tempo che più grata sia.

E s’accese ne l’alma il sognatore, E ti serrò nel laccio d’un amore Geloso e vïolento: Tu lietamente lo seguisti sposa, Come la nube va tinta di rosa Ove la porta il vento. E poi ti nacque un bimbo.

Cornetta, livido, esausto, guardò, sentì, singhiozzò e gemette: nelle confuse parole che gli uscivano dalla gola c'era insieme come il pianto di un bambino, l'angoscia di uno che trema e ha paura, la rabbia di chi vorrebbe resistere ed è impotente. Appena gli fu messo il laccio al collo vi fu un istante in cui stette immobile fissando il boia e gli astanti.

I sorrisi del genio, i lampi, i canti Ebbero e le follìe, E sepper tutti i voli e tutti i pianti E tutte le armonie; E lanciaron dal culmine a l’intento Mondo sacre parole; E moriron fra un sogno ed un concento Circonfusi di sole. Amo i Ribelli che, morsi nel cuore Da un’angoscia suprema, Avvinti da un divin laccio d’amore A chi piange, a chi trema,

109 ben che l'avea lasciate in su la strada a quella volta che le fur d'impaccio, quando per riaver sua buona spada correa dietro a Brunel degno di laccio. Questa istoria non credo che m'accada altrimenti narrar; però la taccio. Da me vi basti intendere a che guisa quivi trovasse l'arme sue Marfisa.

Ma il nodo scorsoio non ha fatto presa; il bue scuote il capo correndo e si libera. Un secondo laccio parte col grande nodo aperto. Il bue afferrato improvvisamente per il collo si arresta; salta con la schiena ad arco; tempesta la terra con le zampe poderose, mentre dalla gola strozzata dal laccio gli esce un ululato terribile, lungo e lamentoso.

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