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L'usciere avvertì il prelato che il Supremo Tribunale si stava raccogliendo nella gran sala. Una seduta della Sacra Consulta. Tutti erano al loro posto: i dodici giudici in sottana paonazza sui loro scanni, e fra essi il presidente in seggio più elevato; monsignor relatore alla sua tribuna, il procuratore del fisco al suo scanno, e dirimpetto a lui il difensore, l'avvocato Leoni.

Sorrise appena appena alla propria fortuna, intascò le seicento lire facendone ricevuta, e siccome stava firmando senza pagare la tassa nemmeno questa volta, l'usciere intervenne con la sua autorit

Allora l'usciere fece venire innanzi il suo sozio, e fra tutti e due, in fondo a una carta bollata, uno scrisse e l'altro attestò con la sua firma che nello studio di Giusto pittore non si era trovato nulla di buono da meritare il pignoramento. Dopo di che, il sozio se ne tornò in pretura, e l'usciere volle tenergli dietro; ma il gran maestro lo trattenne per dirgli una parolina.

Per campare fin che il cugino suocero fosse placato, il faro della pittura lombarda venderebbe un cenacolo per due tozzi di pane, farebbe la concorrenza alla fotografia, riproducendo in effigie tutta la popolazione maschia di Lugano, e se Cristina non vi trovasse nulla a ridire, anche il bel sesso. Un giorno poi l'usciere, mansuefatto, darebbe il consenso alle nozze, e la felicit

A un tratto l'usciere trovò un'uscita alla sua falsa disinvoltura, l'appetito che lo molestava da un poco, e disse con disinvoltura vera, guardando l'orologio: Volevo ben dire. È gi

Ma l'invocazione peccava da un lato. Se egli potesse sposarsi subito a Cristina, l'usciere, divenuto suocero, lo pregherebbe di fermarsi in Milano, salvando in qualche modo i suoi cenacoli dalle unghie ladre dell'agente delle imposte. E come sposare Cristina prima che avesse l'et

Un uomo di quasi sessant'anni! Stazza l'aspetta mi disse l'usciere di guardia alla porta, come mi vide Ha domandato di lei più volte. Stazza? E che vuole? Dov'è? Nella stanza del direttore.

E ora l'usciere poteva andare a colazione; ma mentre guardava l'orologio ancora una volta, una voce domandò il permesso di entrare; e quella voce era così nasale da non si potere dubitare fosse d'altri che del cugino Venanzio. L'usciere e prete Barnaba si guardarono alla sfuggita; vollero andarsene entrambi, e rimasero. Avanti, cugino carissimo!

Ma quando poi le cose sue spiegassero le vele, un'altra tela alta due metri e anche più, rappresenterebbe l'estasi dell'ascensione a Dio e raffigurerebbe il visino sorridente di Cristina. Il giorno dopo, mentre aspettava le dieci per poter andare a casa della fidanzata con la sicurezza di non trovarvi l'usciere, si affacciò in istudio il cugino Gerolamo.

L'usciere, che aveva portato il foglio e lo aveva veduto accogliere con tanto allegra sollecitudine, dovette svignarsela in fretta, per non ricevere il calamaio, od altro arnese dello scrittoio, nella testa. Il segretario venne per la firma, e fu mandato al diavolo. Entrò la sottoprefettessa e fu mandata col segretario.