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Aggiornato: 20 giugno 2025
Come l'oste seguitava a frigger pesce e ne lasciava cadere una minuzzaglia infarinata nella padella piena d'olio bollente e un fumo acre e denso si spandeva attorno, la testa architettata di donna Clorinda appariva e spariva in quel fumo.
«Nol dico per vantazione, chè superbia è troppo brutto peccato,» favellava l'oste «ma andate all'Aquila d'oro se volete gustare di questi camangiaretti; andate all'Orso bianco: Santo Menna glorioso! lì sì che si può dire che danno il pane con la balestra. E il vino? oh! pel vino vi giuro che può averlo uguale il Re Manfredi. Filippello di Faggiano, mio parente, che ha servito in corte tanti anni, mi assicurava un giorno che pareano fratelli; nè a casa mia si fa pagare, come altrove, quattro tarì la misura, perchè poveri ormai dobbiamo rimanere, ma col santo timore di Dio: io per me lo compro a tre tarì e mezzo, e lo vendo tre e tre quarti; guadagnerò poco in questo mondo, pazienza! salverò l'anima in quell'altro; tanto, in questo siamo pellegrini, come dice Frate Giocondo, e di l
Eccolo, messere!, disse l'oste, raccattando sollecitamente il fiasco e un bicchiere da terra. Il Picchiasodo prese il fiasco, e versò gravemente nel bicchiere quattro dita di malvasia.
Abbassate il vostro velo, diss'egli, e come la misera indugiava, forse non avendo neppure capito, Orsacchio prese ratto il velo scuro che pendeva all'indietro dal cappello di lei, e glielo calò innanzi al viso. Venite: soggiunse additandole la porta della locanda, sulla cui soglia l'oste stava facendo de' grandi inchini per accoglierli.
ISABELLA. Io credevo del certo che voi fusse un servitor di un cavalier di questa terra che tanto vi s'assomiglia che non può esser che non sia vostro fratello. FABRIZIO. Altri sono stati oggi che m'hanno còlto in iscambio: tanto ch'io dubitavo quasi che l'oste non m'avesse scambiato. ISABELLA. Ecco Clemenzia, la vostra balia, che vi debbe venire a far motto.
Dopo un tale esame, l'oste scostò una sedia dalla tavola, e collocandola a qualche passo dietro il conte l'additò al suo parente, dicendogli: Sedete e parlate. Sapete quanto ci interessiamo a voi e a vostro figlio. Il cavaliere volse il capo a quelle parole. Tutti gli sguardi si fissarono sopra di lui; ma egli aveva gi
Non sapevo ove fossi, strepitai tanto che finalmente vidi comparire l'oste in mutande e pantofole, con un fanale in mano. Ha chiamato, signor maestro? Altro che chiamato!... Ebbene come va? Ma!.. mi pare che la vada malissimo... che non potrebbe andar peggio. Ditemi un po' che cosa faccio qui in questo arnese... e in questo letto un po' duro, ma a padiglione?
Andai per dormire, ma avevo fatto i conti senza l'oste, e questa volta la parte dell'oste doveva esser sostenuta dalla mia vecchia padrona di casa, la quale mi caricò di rimprocci, mi torturò coi suoi omei, mi seccò colle sue geremiate Noi si cercava di rovinarla, il nostro non era agire da persone educate.
Disse l'oste: Ognun pur creda a sua posta; ch'io so ch'avete falsa opinione. Il vostro sciocco credere vi costa ch'io stimi ognun di voi senza ragione; e così far questo signor deve anco, se non vi vuol mostrar nero per bianco. 136 Perché, sì come è sola la fenice, né mai più d'una in tutto il mondo vive, così né mai più d'uno esser si dice, che de la moglie i tradimenti schive.
«Sì, rispose il giovane levandosi con piglio risoluto a cavallo! Oste...» L'oste accorse, ebbe lo scotto, e il nolo che volle del cavallo; e Giuliano uscì, accompagnato nel cortile dall'amico. Dette con lui altre poche parole di congedo, montò in sella; e mentre partiva udissi dire, con voce impressa d'affetto: «Tornando, rammentate che la casa di Ranza è casa vostra. Addio!»
Parola Del Giorno
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