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Aggiornato: 2 giugno 2025
26 Accadde a questi dì, che pei vicini boschi passando la sorella mia, ferita da uno stuol de Saracini che senza l'elmo la trovar per via, fu di scorciarsi astretta i lunghi crini, se sanar volse d'una piaga ria ch'avea con gran periglio ne la testa; e così scorcia errò per la foresta.
Dopo messere levava il volto su ai battifredi, si toglieva l'elmo e lo buttava a terra, dicendo: Sbalestrate anche questo, chè io non temo le frecciate! rialzava la faccia e chiamava: Vedeste? Più a dritta o più a mancina? Quando siamo a tempo! Voglio balzare con voi sul battuto! Dite, Aginaldo! E quelli dall'alto: La muraglia cede.
13 Orlando l'elmo gli levò dal viso, e ritrovò che 'l capo sino al naso fra l'uno e l'altro ciglio era diviso: ma pur gli è tanto spirto anco rimaso, che de' suoi falli al Re del paradiso può domandar perdono anzi l'occaso; e confortare il conte, che le gote sparge di pianto, a pazienza puote;
Dissi di sopra, che fu assai pregato il cavallier, ch'ancor chi sia non sanno. Al fin si trasse l'elmo, e 'l viso amato scoperse, che più volte veduto hanno: e dimostrò come era Ariodante, per tutta Scozia lacrimato inante;
Un Cavaliere gigantesco che teneva su l'elmo una Lupa gli si accostava, spingendo il cavallo a slascio traverso la pressa: e curvatosi dall'arcione, gli diceva in fretta: «Messer lo Re, la terra è presa, il Provenzale soverchia: se fossimo giunti avanti, vi avremmo fatto vincere; adesso non possiamo che salvarvi: voi non ci conoscete, ma noi siamo vostri amici.»
61 L'elmo e lo scudo anche a portar gli diede, come a valletto, e seguitò il camino, di gaudio empiendo, ovunque metta il piede, ch'ir possa ormai sicuro il peregrino. Astolfo se ne va tanto, che vede ch'ai sepolcri di Memfi è gi
Ad Olivier che troppo inanzi fassi, menò un pugno sì duro e sì perverso, che lo fe' cader pallido ed esangue, e dal naso e dagli occhi uscirgli il sangue. 51 E se non era l'elmo più che buono, ch'avea Olivier, l'avria quel pugno ucciso: cadde però, come se fatto dono avesse de lo spirto al paradiso.
Lindo in un balzo fu sopra il palco scenico. Dietro le quinte dieci o dodici manigoldi finivano di mettersi chi l'elmo romano, chi le bretelle, chi la spada, chi la barba. C'erano tutti, da Malco a Sant'Andrea, da Giuda Iscariote al diavolo che doveva portarlo sotterra. Longino, con una grande lancia in resta, sedeva sopra il baio magnifico a cui avevano coperti gli occhi con una benda perchè non si adombrasse. Ed il Cireneo, in vesta verde orlata d'oro, cercava tra gli utensili il porta immondizie per accorrere dietro il cavallo ad ogni necessit
11 E giunse, traversando una foresta, a piè d'un colle ad una chiara fonte, ne l'ora che 'l monton di pascer resta, chiuso in capanna, o sotto un cavo monte. E dal gran caldo e da la sete infesta vinto, si trasse l'elmo da la fronte; legò il destrier tra le più spesse fronde, e poi venne per bere alle fresche onde.
11 Indosso la corazza, l'elmo in testa, la spada al fianco, e in braccio avea lo scudo; e più leggier correa per la foresta, ch'al pallio rosso il villan mezzo ignudo. Timida pastorella mai sì presta non volse piede inanzi a serpe crudo, come Angelica tosto il freno torse, che del guerrier, ch'a piè venìa, s'accorse.
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