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127 Questi ch'indizio fan del mio tormento, sospir non sono, i sospir sono tali. Quelli han triegua talora; io mai non sento che 'l petto mio men la sua pena esali. Amor che m'arde il cor, fa questo vento, mentre dibatte intorno al fuoco l'ali. Amor, con che miracolo lo fai, che 'n fuoco il tenghi, e nol consumi mai?

Gino cedette alla tentazione, e disse male degli usi e delle mode cittadine: garbatamente, si capisce, sfiorando l'argomento, passando dall'uno all'altro come una farfalla spensierata, per il gusto di provar l'ali e di farle risplendere al sole.

23 Scrive Turpino, come furo ai passi de l'alto Atlante, che i cavalli loro tutti in un tempo diventaron sassi; che, come venir, se ne tornoro. Ma tempo è omai ch'Astolfo in Francia passi; e così, poi che del paese moro ebbe provisto ai luoghi principali, all'ippogrifo suo fe' spiegar l'ali.

Io son ente, che, securo Come l'aquila sul monte, Mira intorno, e l'ali ha pronte Ogni loco a posseder. Invisibile discendo Or a questi, or a quei lari; Bevo l'aura de' miei cari, Piango e rido in mezzo a lor. De' lontani veggio i guardi, De' lontani ascolto i detti: Mille gaudii d'altrui petti Mi riverberan nel cor.

PROTODIDASCALO. La fiamma ti comburerá l'ali, caderai deplumato e ustulato come il Dedalide patronimice loquendo: Icaro figliuolo di Dedalo. LAMPRIDIO.... da cui per esser stato cosí lontano, non so come le tenebre non m'abbino accecato e spento in tutto.

Oh ch'io ti segua, io sol, zoppo poeta, Col mio rosario e colla fede mia: "Ave, corpo mortal, in cui piangea Tra duri ceppi l'anima divina, O rozzo vaso d'un'eterna Idea, O diroccato altar, ave, o rovina! "Ave, spirto immortale, che s'inciela A terger l'ali in più sereni amori. O sfuggita da sozza ragnatela Farfalla nata per gli eterni fiori.

Veduto avresti a quel suo dir costretti I superbi inchinar l'arme fatali, E gonfiar d'ira e di veneno i petti, Ed avanzar ne gli infiniti mali. Spiega Michel poi c'ha finiti i detti Rapido il corso fiammeggiante e l'ali, E d'aurei nembi risonando intorno Fa nei campi superni almo ritorno.

Se fra que' monti ancor Bella ti giovi Il piè inoltrar curioso, allor che l'ali Volger vorrai de' lumi ove s'innalza La Pianta ond'io parlava, sulle rose Del tuo labbro avverr

Diceva a l'aura il fiore: Aura pietosa, Che mi porti le brine alme e vivaci, Deh! per poco su me l'ali riposa L'ali dolci così, così fugaci; Tu in sen mi svegli ogni virtù nascosa; Son mia vita ed amor solo i tuoi baci; Deh! se posar non puoi rompi il mio stelo; Che teco io venga a spazïar pe'l cielo!

Che vuole? l'aria è pura alla campagna E sdrucciola dai monti imbalsamata: Il sole, grazia a Dio, non si sparagna Nell'abbaino un tanto la fiammata: Ma schiara i muri ed entra da padrone Ad asciugar i travicci tarlati, Scaldando l'ali d'oro a una legione Di farfalle, che brillano sui prati.