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Aggiornato: 10 giugno 2025


Quegli occhi neri, grandi, lucenti, che vi avviluppano e vi penetrano; che riverberano l'infinito; che rivelano l'abisso; ove il piacere è re; ove l'amore è tiranno... appiccano l'incendio dovunque si posano, la disperazione dovunque passano, fanno paura se s'inalberano, uccidono se diventano languenti. Le sopracciglia che li coprono scoppiettano scintille se si aggrottano.

Senza che nessuno lo dicesse, l'orrore del burrone stava nella mente di tutti; essi sapevano che l'abisso non rende la sua preda e non la rivela.

Se mai tuo spirto in su l'Olimpo ascese A misurar de l'auree stelle i segni, E s'affannando per eccelse imprese Mai scongiurasti de l'abisso i regni; Oggi del tuo saper siami cortese, E l'alma tua più che giammai s'ingegni, E di quanto ella può nulla mi neghi, Ch'altissima cagion fa, che ten preghi.

Il cognoscimento, che tu hai dato di te a me nella veritá tua, mi costrigne a desiderare di lassare la gravezza del corpo mio e dare la vita per gloria e loda del nome tuo. Però che io ho gustato e veduto, col lume dello intelletto nel lume tuo, l'abisso tuo, Trinitá etterna, e la bellezza della creatura tua.

La signora Oldofredi scandagliò l'abisso e non la lasciò terminare; ma trascinata dall'impeto che Marta frenava invano, ella pure si sentì donna, ella pure colle guancie arrossate, l'occhio ardente, le labbra che tremavano urtandosi al placido sorriso abituale, ella pure illuminata da una arcana bellezza, esclamò: L'amore è una illusione! Credi tu che vi sarebbe tanta attivit

E pertanto, una sola persona al mondo conosceva il segreto della toppa: voi, madama! Ah! ciò eccede il possibile! gridò Vitaliana, uscendo con veemenza. Voi siete infame fino all'estremo. Ebbene, che l'abisso si apra per tutti. Vestirsi, uscire, salir in un fiacre, correre da suo cugino, fare irruzione nel suo atelier... non fu che uno slancio.

Ecco l'abisso del pianto, del rimorso, dell'ira; mi appiglierei al ferro tagliente per non precipitarvi, la forza mi vi strascina. Donde nasce questa forza maledetta? dall'Inferno, o dal Cielo? Nol so, nol vo' sapere; la forza vive e regna, ed io sono condannato a precipitare. Oh! se mi fosse concesso domandare ragione! se il potere di muovermi con gli elementi!....»

Tu, Trinitá etterna, se' uno mare profondo, che quanto piú c'entro tanto piú truovo, e quanto piú truovo piú cerco di te. Tu se' insaziabile, ché, saziandosi l'anima ne l'abisso tuo, non si sazia, perché sempre rimane nella fame di te, Trinitá etterna, desiderando di vederti col lume nel tuo lume.

«Non potrò esser sua, lo so. Vedo troppo bene l'abisso che ci divide. egli oserebbe chiedermi un'elemosina, io oserei oggi umiliarlo colla mia carit

Ma l'abisso della mia caritá, per vostra salute e per darvi cibo in questa vita, dove sète perregrini e viandanti, acciò che aviate refrigerio e non perdiate la memoria del benefizio del Sangue, ve l'ha dato in cibo per mia dispensazione e divina providenzia, sovenendo a' vostri bisogni dandovelo in cibo questa mia dolce Veritá, come decto t'ho.

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