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Aggiornato: 16 giugno 2025
A che pensa? domandò Loredana, sorprendendo gli sguardi del giovane. Penso che le ho dato un dispiacere senza volerlo, come un imbecille! rispose il Candriani irritato contro se stesso. No; è meglio che io sappia. Non dirò una parola a Filippo, dichiarò la fanciulla. Berto emise un sospiro di sollievo, che fece sorridere involontariamente Loredana.
Hai dato in balìa d'una ragazza un nome e un titolo illustri, che a noi devono essere sacri; hai permesso che i servi e le serve se ne gonfino la bocca e forse ridano alle vostre spalle, sapendo magnificamente che nome e titolo sono falsi, messi insieme per divertire la tua mantenuta.... Ma che mantenuta! esclamò Filippo, irritato. È la mia amante!
Se fosse stata scritta da qualche nemica della principessa? Da qualche donna astiosa, invidiosa, e che ella avesse irritato? Strappò la lettera: ma una grande inquietudine, maggiore di quelle da lui provate sin allora, gli era entrata nel cuore. La mattina uscì per tempo: sperava la serenit
Il popolo grida: Collaudiamo! I vescovi di Lombardia e di Lamagna, che per le simonie, i baratti, il concubinato e le sregolatezze d'ogni maniera contro i sacri canoni, avevano a temere del carattere rigido ed inesorabile d'Ildebrando, si recano allora all'imperatore Enrico e lo supplicano che annullasse un'elezione fatta in onta dei diritti imperiali e delle costituzioni, e che non patisse l'insolenza dei Romani, i quali si volevano sottrarre al suo padronato. Enrico, anch'esso irritato, manda infatti a Roma Eberardo di Nellenburg, perchè interrogasse il popolo ed i cardinali dell'insubordinazione ai dritti dell'Impero, e, rilevata l'irregolarit
Da questo dilemma, presentato e senza confutazione possibile, sgorgarono tutte le contumelie e calunnie versate, come bava di serpente irritato, sul mio nome, su' miei fatti, sulle mie intenzioni dall'Opinione, dalla Gazzetta del Popolo e da tutta la stampa regia o aristocratica del Piemonte.
Non certo, continuai, per tenerci il broncio e per sbadigliare.... Neanche quando si ha sonno? ella domandò improvvisamente. Perchè io ho molto sonno, ora. Tu non capisci dunque nulla? esclamai irritato. Non capisci che io ti voglio bene e che se ho dei torti, sono pronto a chiedertene scusa.... Sì, perchè io ti chieda scusa de' miei?
Che vuoi? ripeté Paolo più veemente, poiché l'altro non rispose. La signora contessa m'incarica d'avvertirla che stasera la aspetta un po' prima dell'ora convenuta; verso le sei, sei e mezza. Va bene! brontolò Paolo, alzando le spalle irritato.
Sentivo, all'improvviso, una ferita viva nel cuore per le teorie d'Ettore e per quella freddezza che senza causa s'era d'un tratto infiltrata nella nostra conversazione; mi scoprivo irritato contro il Caccianimico, il quale professava le sue idee senz'alcun riguardo per me, che avevo moglie; e mi dimenticavo che poco tempo addietro, mi ero invece irritato contro quelli i quali non avevano osato professare le loro idee, appunto per tal riguardo.
Scendi... ripetè l'uffiziale, che altro vedi, a sinistra? A sinistra? Sì, a sinistra. Il ragazzo sporse il capo a sinistra: in quel punto un altro fischio più acuto e più basso del primo tagliò l'aria. Il ragazzo si riscosse tutto. Accidenti! esclamò. A basso! gridò l'uffiziale, imperioso e irritato. Scendo subito, rispose il ragazzo. A sinistra, rispose l'uffiziale; ma scendi.
Sicuramente, una morale, di cui io ho principiato ad approfittare per mio conto. Ed è questa: che con quarant'anni sulla gobba si commette la più grande corbelleria a lasciarsi pigliar dall'amore. Poi, beato chi è solo; quanta pace di più! E quante gioie di meno! esclamò subito la signora Chiara, alla quale le sortite pessimiste del Mangilli avevan sempre irritato i nervi.
Parola Del Giorno
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