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Aggiornato: 16 giugno 2025
Ma che speranze hai tu?... Il Palavicino stette un momento in silenzio, poi disse: Il Morone è a Roma, ed egli pensa dì e notte a tutte codeste cose. L'acuta forza della sua mente vi è nota, ed è invero un gran conforto l'avere di tali uomini per concittadini. S'ei fosse nato re, tutto il mondo avrebbe sentito il suo benefico influsso; ma suddito a cittadino soltanto, provveder
Sono invero una realt
E invero, nell'anno 1867, sembrarono risuscitate d'un tratto, con tutti i loro caratteri, le compagnie di ventura medioevali e quei condottieri del passato, che, indipendentemente dallo Stato, conducevano i loro eserciti attraverso le campagne. Chi fu allora in Roma testimone di questo stato di cose, credette di essere tornato d'un tratto a vivere nel Medio Evo, e in un paese dove nullo era oramai il potere delle leggi; vide cose e figure che aveva gi
La contessa era dunque ad uno di que' punti, nei quali si sta per prendere una forte deliberazione. Ella non voleva incatenarsi e pensava a protestare col fatto, innanzi che la piaga si facesse più fonda. Tutte queste cose contrastano invero coi lieti cominciamenti che il lettore conosce.
Dimmi, tribuno, non c'è' egli un'isola, dove le donne regnano sole, dopo aver messo gli uomini al bando? Dicono, e invero, mi pare un po' troppo. Ah, non dico gi
E tu, amico mio, sbrigati di far presto quello che devi fare costí; e corri per caritá a Milano prima che si chiudano nuovamente le porte del teatro Carcano. Non ti dico che tu ci vedrai la recita di belli versi, sebbene il libretto non debba invero temere di venire al paragone con tanti del moderno teatro nostro.
Come avvicinarmi a lei? Qui giace il nodo. O non sarebbe probabile che, dopo aver fatti così facilmente i primi passi, non giungessi più oltre? E invero, come vederla? come venire a capo di parlarle? Rimarrò sempre sull'uscio del paradiso, a ragionare col custode giardiniere? Tra Giacomo e lei c'è l'abisso della disparit
Sotto la data del 2 marzo 1798 la cronaca cittadina riferiva la notizia della morte d’una delle più illustri dame di Palermo, una Principessa puro sangue, la quale al giuoco avea consumato non pure il suo, ma anche l’altrui, rovinando il marito, degno, invero, di ben altra sorte. L’unico suicidio del tempo avvenne per ragion di giuoco.
E questo è che certi sua amici gli avevan promesso di aver in ordine per questa sera una bella commedia; e lui, fidandosi di loro, non si è curato vederla o udirla, credendo che la commedia fussi, se non buona in tutta perfezione, almeno ragionevole: ma stamane, ch'egli l'ha udita provare, conosce che invero la non è degna di voi, e gli duole in sino al cuore che voi siate qui, parendoli d'avervi fatto perdere l'aconciatura.
Invero colla organizzazione feudale di diritto, la propriet
Parola Del Giorno
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