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Aggiornato: 16 giugno 2025


E invero quando, dopo pochi giorni, Sua Eccellenza morì con tutti i conforti della religione, il suo testamento parve fatto apposta per ismentire le savie massime ch'egli aveva predicato, tanti e di tante specie erano i legati che imponeva all'erede.

Primi versi. Invero, ch'egli amasse molto i versi e ne scrivesse fin dal tempo, nel quale sedeva ancora sui banchi della scuola, ce lo dice egli medesimo in un sermone giovanile diretto al suo compagno Giambattista Pagani di Brescia, onde rileviamo ch'egli prediligeva gi

Troppo piccola, invero, me lo vorrete concedere; soggiunse egli, sorridendo; troppo piccola, per portare una così grande fortuna! Lo riconosco. Eccellenza; disse Gino umilmente. Ma non voglia dimenticare che il qualcheduno son io.

Danno invero grandissimo, il quale non averebbe altro rimedio che raddoppiar le gabelle; ma il popolo non vorrebbe soffrirlo, potrebbe, perché, dallo stesso alzamento delle monete essendo in gran parte proceduta la diminuzione del traffico, non sono piú in istato di pagar tanto tributo.

E' la fecero invero nella lingua loro, e nessuno avrebbe a risaperne verbo; ma io, costretto dal mio uffizio di romanziere a saper tutte le lingue, a origliare i soliloqui delle anime, a intendere perfino i sospiri, ho inteso anche quel dialogo, e posso riferirvelo dalla prima all'ultima parola.

Invero l'indole dei reati attribuiti dalle autorit

Non saprei invero decidere se quell'aureo nummo di Urosio Milutino che primo riporta nelle sue tavole il Nani abbia a ritenersi un iperpero o un doppio iperpero, non indicandosi dall'autore quale ne fosse il peso. Se in alcuno de' musei nostri avessi trovato esistere questo rarissimo pezzo, sarebbe stato agevole lo sciogliere l'intricata questione.

Ben mi fia aperto: ché, or che Calandro è con la vaga scanfarda condotta da me per la via di , voglio ire a narrare il fatto a Fulvia che so ne creperá delle risa. Ed invero la cosa è tale che faria ridere li morti. Bei misteri doverranno essere li loro! Or vado a Fulvia. FESSENIO fuor de l'uscio. SAMIA dentro. FESSENIO. Tic, toc; tic, toc. Sète sordi? Oh! oh! Tic, toc. Aprite. Oh! oh! Tic, toc.

Bel complimento invero per la dama alla quale egli andò a chieder l'onore di una mazurca.

Della voce [I[bagattino]I] non sarebbe ozioso per noi il rintracciare la origine; il Gallicciolli ([I[Memorie Venete]I] II, 41) la vorrebbe derivata dall'arabo [I[bagadhon]I], rimoto o vile, quasi moneta la più [I[rimota]I] in cui si risolve la lira, o la più [I[vile]I] di tutte le correnti. Certo è ben degna di riso la etimologia che ne diede Roberto Cenale nel I tomo del suo trattato [I[De rat. pond. et mensur.: Barchatinus, vulgo ]I]barguetìn[I[, puto esse pretium trajectus aquae per barcham]I]; meno ridicola è quella allegatane da Marquardo Trecher nel libro [I[De re monetaria Germanici Imperii: Pagatini, aeneoli Venetorum, a solvendo dicti]I]. Non saprei invero indurmi a ritenere veneziano questo vocabolo, in ciò temerei d'opporrai alla pluralit

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