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Aggiornato: 21 giugno 2025


Questo tutti i ben, tutti i piaceri, tutti i contenti; e, fuor di questo, è nulla che a noi sia a grado. E di qui tutti i mali, tutte le sceleraggini ed inganni, i furti, le rapine e gli omicidii, le iniquitá, gli stupri, i sacrilegi, l'invidie e gli odii e quanto ha di piggiore la nostra vita in pullula e nasce.

Ma cognosco or chiaro che tutto era a la mia futura vita amaro tòsco; perché, alfin, tai frutti si ricoglie di voi e di tai fiori tai fronde e rami suol vostra radice produr fra noi. Pianta empia, rea, mal nata! Che 'l ciel la sterpi. Ma di Giove l'ira a tanta iniquitá punire è tarda. Venga almen, poi, cosí grave e focosa che n'arda anca il terren con le radici.

Si spacciavano ognor quelle genie con grave ostentazion da genti oneste, ricomponendo le fisonomie, portando fibbie antiche e antica veste. Oltre a ciò, le fetenti ipocrisie, le iniquitá, che furon sempre péste, derise ed abborrite dall'uom saggio, avevano in quel secolo un vantaggio.

Appare adunque per questo che l'orazione dell'autore addomandasse misericordia, per la qual sola noi possiamo, avendo peccato, nella grazia di Dio ritornare; percioché egli è tanta la indegnitá e la iniquitá del peccatore in adoperare contro a' comandamenti di Dio, che, se la sua misericordia non fosse, alcun nostro merito mai ci potrebbe nel suo amore ritornare.

Non vedi che la scure della divina giustizia è giá posta a la radice de l'arbore tuo? E dicoti che elle ti stanno a usura e a l'ora e al tempo suo, se tu non punisci le tue iniquitá con la penitenzia e contrizione del cuore: tu non sarai riguardato perché tu sia sacerdote, anco sarai punito miserabilemente e portarai le pene per te e per loro.

Io volsi che gli fussero conficti e' piei, facendoti scala del Corpo suo; e il costato aperto, acciò che tu vedessi el secreto del cuore, Io ve l'ho posto per una bottiga aperta dove voi potiate vedere e gustare l'amore ineffabile che Io v'ho, trovando e vedendo la natura mia divina unita nella natura vostra umana: ine vedi che 'l Sangue, il quale tu ministri, Io te n'hoe facto bagno per lavare le vostre iniquitá.

Il singulto, il gemito della creatura e la tua iniquitá ti hanno citato a gran voce innanzi al tribunale, su dove arde la fiaccola della vendetta. Fuggi, empio, fuggi. E sia tu da qui innanzi per tutta l'eternitá perseguitato tu stesso in caccia dall'inferno e dal demonio.

Se non poi che venne il Verbo, unigenito mio Figliuolo, che si recò questa chiave de l'obbedienzia in mano e purificolla nel fuoco della divina caritá; trassela del loto, lavandola col Sangue suo; dirizzolla col coltello della giustizia, fabricando le iniquitá vostre in su l'ancudine del corpo suo.

E a questo modo sonno diventati dimòni, avendoli Io electi per angeli e perché siano angeli terrestri in questa vita; ed essi caggiono da l'altezza del cielo alla bassezza della tenabre. E tanta è multiplicata la tenebre e la loro iniquitá, che alcuna volta caggiono nel difecto che Io ti dirò.

Che dunque farai? starai sempre nella tua iniquitá ostinata? sará in te meno d'umanitá che ne' barbari, li quali troviamo non solamente aver li corpi delli lor morti raddomandati, ma per riavergli essersi virilmente disposti a morire? Tu vuogli che 'l mondo creda te essere nepote della famosa Troia e figliuola di Roma: certo, i figliuoli deono essere a' padri e agli avoli simiglianti.

Parola Del Giorno

s'alceste

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