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Aggiornato: 21 giugno 2025
Debba orare con condiczione: se questo ministro ha decto quel che debba dire, credo veramente che tu sia Cristo Figliuolo di Dio vivo, dato a me in cibo dal fuoco della tua inextimabile caritá, e in memoria della tua dolcissima passione e del grande benefizio del Sangue, il quale spandesti con tanto fuoco d'amore per lavare le nostre iniquitá.
Con la manifestazione di me medesimo a loro, facendo lo' in me vedere, con grande amaritudine, le iniquitá e miserie del mondo, la danpnazione de l'anime in comune e in particulare, secondo che piace alla mia bontá, per farli crèsciare in amore e in pena; acciò che, stimolati dal fuoco del desiderio, gridino a me, con speranza ferma e col lume della sanctissima fede, a chiedere l'aiutorio mio che sovenga a tante loro necessitá.
Perché non correggono? Perché sonno acciecati da l'amore proprio di loro medesimi, nel quale amore proprio sonno fondate tucte le loro iniquitá, e non mirano se none in che modo possano compire i loro disordinati dilecti e piaceri, e subditi e pastori, e cherici e religiosi.
Questo debbono vedere e cognoscere, che Io non voglio altro che il loro bene, nel sangue de l'unigenito mio Figliuolo, nel quale sangue sonno lavati dalle iniquitá loro. In esso sangue possono cognoscere la mia veritá, che, per dar lo' vita etterna, Io gli creai a la imagine e similitudine mia, e ricreai a grazia, col sangue del Figliuolo proprio, loro, figliuoli adoptivi.
Almeno le iniquitá vostre fussero piú nascoste negli occhi de' vostri subditi; ché, facendole nascoste, offendete me e fate danno a voi, ma non fate danno al proximo, ponendo actualmente la vita vostra scellerata dinanzi a loro, però che per lo vostro exemplo gli sète materia e cagione, non che egli esca de' peccati suoi, ma che egli caggia in quegli simili e maggiori che avete voi.
Dice, oltre a ciò, questa selva essere «selvaggia», sí come del tutto strana da ogni abitazione umana: percioché nella prigion del diavolo, nella quale noi medesimi peccando ci mettiamo, non è alcuna umanitá, né pietá, né clemenzia, anzi è piena di crudelitá, di bestialitá e di iniquitá.
Delle quali cose le recenti orme della sua fuga e l'ossa nelle altrui terre sepulte e la sparta prole per l'altrui case, alquante ancora ne fanno chiare. Se a tutte l'altre iniquitá fiorentine fosse possibile il nascondersi agli occhi di Dio, che veggono tutto, non dovrebbe quest'una bastare a provocare sopra sé la sua ira? Certo sí. Chi in contrario sia esaltato, giudico che sia onesto il tacere.
RONCA. E noi preghiamo i cieli che siate a parte de' nostri onori; e confessiamo che ne lodate e desiate bene oltre il nostro merito, né possiamo trovar parole cosí degne per ringraziarvi del buon animo e della buona dottrina che abbiamo appresa da voi. ALBUMAZAR. Come è grande iniquitá tacere il merito, cosí è maggiore invidia ristringerlo con brevi giri di parole.
Parola Del Giorno
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