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Signor Daniele Carletti?... Signor Marco Canziani?... Voi avete bisogno d'un salasso... non vi dico altro... i vostri occhi sono iniettati di sangue, la vostra ragione vacilla... la vostra vita è in pericolo....

Si raddrizzò con violenza, colle braccia alzate, le mani aperte e le si avvicinò vacillando, cogli occhi stravolti, iniettati di sangue. Ma io ti amo, Fathma! esclamò quasi delirante, io ti amo, ti adoro e tanto che per te mi ucciderei. Ucciditi allora, disse l'almea con fredda ironia Che mi uccida!... S'arrestò guardandosi attorno con smarrimento.

Balzò in piedi, e corse a rannicchiarsi contro il muro, come un bambino il quale abbia paura. Mugolava. Il su Carluccio digrignava i denti come una bestia feroce; aveva gli occhi iniettati: fissò un momento la sorella, poi le saltò alla gola.

Chi avesse in quel punto visto Enrica si sarebbe sbigottito. I capelli disciolti le ricadevano sin quasi al ginocchio, le vesti in disordine; la fisonomia piena di terrore, le labbra schiumanti, le guancie, di pallidissime, divenute livide, le occhiaie infossate, gli occhi iniettati di sangue. Di tratto in tratto le sfuggiva un gesto di collera.

I suoi occhi divennero prima lucidi, poi iniettati di sangue, poi opachi, infine uscirono dalle orbite, fuori le arcate sopraccigliari. Le palpebre sparvero; le pupille invasero la cornea. Il collo si gonfiò, il naso si profilò. E' tremò sulle ginocchia e si abbiosciò. Il dolore acuto, intenso, spaventevole che aveva cominciato a sentire, lo oppresse. E' perdè la coscienza della sua esistenza.

Don Diego si fermò di un tratto, prese sua sorella dalle due spalle, l'inchiodò sul luogo, fissò su di lei due occhi elettrici iniettati di sangue ed urlò: Chi? chi dice ciò? Bambina non aveva giammai visto suo fratello in uno stato simile d'eccitamento. Ella tremò e balbuziò, non volendo tradire il segreto della visita di Tiberio, come gli nascondeva pure la sua visita al gesuita.

Spiccate il capo al Mosè di Michelangelo e ponetelo sulle spalle di un nano, voi avrete una immagine approssimativa dello strano personaggio. I suoi grandi occhi bovini, coronati da grandi sopracciglia e iniettati di sangue, rivelavano una straordinaria potenza di percezione. L'espressione del suo sguardo era tetra, non sinistra.

Un ladro gli si presentò; lo vedo ancora: era un uomo piccolo, magro, schifoso, i capelli sparsi, la barba incolta, gli occhi senza ciglio, rossi, incerti, iniettati d'alcool; la faccia solcata di rughe, il naso schiacciato, senza dubbio, come quello di Michelangelo, da un pugno di un pugillatore; la pelle non aveva che il colore di una cartapecora sporca.

E il conte Bradamano, cogli occhi iniettati di sangue, colla bocca spumosa e le narici frementi, gi

Drollino si drizzò d'un salto, cogli occhi iniettati di sangue, pallido come un morto, e per un momento guardò l'ex-ubbriaco in un modo molto bizzarro e poco rassicurante. Ma subito si calmò, e si mise a ridere. Si sarebbe detto che, a furia di star sempre così serio, avesse dimenticato come si fa a ridere; certo che il suo ridere non somigliava a quello di nessun altro.