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Aggiornato: 3 giugno 2025
Ed Alberada a lui: Messer abate, la beatitudine di papa Gregorio è un infame. Ildebrando mi tendeva laccio codardo, che Iddio nella sua immensa misericordia ebbe piet
Se la duchessa, adescata da quel segreto, di cui si parlava, avesse ricevuto un istante colui, che s'ingannava parimenti, che con pretesti indegni s'induceva ad entrare nel mio palazzo, gli avreste perduti entrambi... Credete voi potermi costringere ad uscire?... Credete voi che io possa farvi l'onore di offendermi delle vostre offese?... Infame!...
Vi perdono, mi rispose, a condizione che siate galantuomo... ricordandovi che chi ruba la donna altrui è un ladro più infame di chi invola il denaro... Il denaro rapito può lasciare le vittime nella povert
Sarò propalato per infame per tutto il mondo. LARDONE. Anzi per mio, perché mi publica per un affamato. PEDANTE. A te pare cosí? LARDONE. Anzi è cosí, e non mi pare; perché io son quello che resto morto di fame e di sonno. PEDANTE. Anzi, a tutti due; e tutti due restiamo affrontati e di affronto grande: a me per le donne e a te per la fame.
Un'ultima parola, e ve ne prego vogliatemela perdonare. Vi è in tutto codesto qualche cosa di cui avremmo ad arrossire? Una macchia ad una stella.... Bambina si coprì il viso colle mani ed interruppe il principe con un singhiozzo. Io non sono una spia, gridò essa. È un sacrifizio di morte che io perpetro e non un'azione infame. Ma al postutto, io non ne so nulla.
Vicino a quella infame insania giacqui Più d'una volta a' giorni incarcerati; Ed allor tetramente mi compiacqui Ricordando que' libri sciagurati, Che nell'audace secolo in cui nacqui Plausi a ferocia e suicidio han dati, E col velen de' rei volumi in petto, Volvea il fin dell'apostol maladetto. Grazie, chiesuola, a' prigionieri amica! Da te emanava inenarrato incanto!
Ed io non patirò che un frettoloso decreto sia fatto con infame pregiudizio dell'onor mio; e ti conseglio che lasci tal impresa, perché verremo a cattivo termine insieme. DON FLAMINIO. Pazzo è colui che accetta consigli dal suo nemico: e meco venghisi a qualsivoglia termine, ché con l'armi son per difendere quel che la mia sorte m'ha donato; e te lo giuro da quel che sono.
Finalmente: Non l'ho uccisa io! disse. Sì che l'hai uccisa! Infame! Guarda, guarda quelle lividure!... L'uccidesti come quella tua vecchia governante a Venezia.... Ah egli sapeva!... Tutto io so, continuava egli; avevo consigliato Gabriella a diffidare; come mai si lasciò trascinare a seguirti? In quel momento la porta si aprì.
Rogiero comprese l'atto, si alzò in piedi, e calpestando il tristo che giaceva: «Vivi,» gridava «vivi a più atroci misfatti, a morte più infame.» Senza porre tempo tra mezzo si ripose il pugnale nella cintura, prese le chiavi, e passando il suo nel braccio di Yole, aggiungeva: «Vieni, bella infelice, che l'innocente può solo trovare salute nella fuga.»
Ebbene? mormorò il professore quando l'altro ebbe finito di leggere. Oh! esclamò il conte sgualcendo con indignazione il foglio, una infame vigliaccheria! Sì, l'ho detto anch'io: una vigliaccheria di persona nemica, una bassa vendetta suggerita certo da vecchi rancori.... Ma che importa! Non è per giudicare questo atto codardo che io sono qui....
Parola Del Giorno
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