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Aggiornato: 7 maggio 2025
Gli tese la mano. A domani! disse. Vuotò il bicchiere, uscì di stanza e dalla casa e passò sulla via fredda, coperta di neve indurita, che scricchiolava sotto i suoi passi. Vile! mormorò Giovanni Giunti quando l'amico fu uscito.
Noi dovevamo, riprese Bindi, provare colle buone maniere. Se la vedova Monti aderiva al nostro caritatevole invito, tanto meglio, allora ci avrebbe risparmiato le misure energiche alle quali, nel suo medesimo interesse, ci troviamo ora astretti di ricorrere. Ma, siccome quella donna ostinata, quella peccatrice indurita respinse la mano diretta a soccorrerla, così sar
E intanto la zia mandò Regina a sciacquare il paiolo al torrente, perchè voleva scaldare due mezzine di latte e preparar loro un po' di cena prima di mandarle a dormire. La vecchietta, non più alta dell'usciolino della sua capanna, pareva essa pure un travicello affumicato, stretta come era o indurita ne' suoi vestiti senza pieghe e senza colore.
Quando c'è la neve indurita, si fan le corse sulle slitte. Ogni famiglia ne ha una, e all'ora della passeggiata si vedono uscire a centinaia. Passano volando in lunghe file, a due, a tre di fronte; alcune della forma di conchiglia, altre di cigni, di draghi, di barche, di cocchi, dorate e variopinte, tirate da cavalli coperti di ricche pelliccie e di drappi magnifici, colla testa ornata di pennacchi e di nappe e gli arnesi tempestati di chiodi scintillanti; e portan signore vestite di martora, di castoro e di volpe di Siberia. I cavalli scuotono la testa circonfusa dai vapori della traspirazione e la criniera imperlata dal gelo; le slitte saltellano; la neve vola all'intorno simile ad una schiuma d'argento, e il treno splendido e sfrenato passa e dispare come un turbine muto sopra un campo di gigli e di gelsomini. Di notte, quando si fan le corse colle fiaccole, quelle migliaia di fiammelle che volano e s'inseguono per la citt
FILIGENIO. O Dio, che avessi un bastone! ché avendo tu la pelle delle spalle piú indurita di quella degli asini, se ti do con le mani, offenderò piú me che te. O che unguento di cancheri! Traditorissimo, se non ti disponi a dirmi la veritá, proverai lo sdegno di un padron irato e schernito da te. Ti darò tante bòtte che amboduo restaremo stracchi, io di dar, tu di ricevere.
Gli uomini deponevano i rastrelli e le forche ridendo in pelle. E quel minchione di Pietro non s'addava di nulla. O marito ciuco! Vinta dall'ira Maria picchiò un colpo col bastone ferrato sulla terra indurita della viottola. Questo rumore la fece trasalire. Ebbe paura di essersi fatta scorgere dalle compagne.
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