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Aggiornato: 20 maggio 2025
Altri, un annesso del vecchio continente, la China dell'Europa, la fine della terra e il principio dell'oceano, una smisurata zattera di fango e di sabbia; e Filippo II il paese più vicino all'inferno.
Ottone II dimorò due volte a Ravenna e Ottone III vi soggiornò a tre riprese. Fu qui che questo giovane principe proclamò il primo dei Papi tedeschi, suo cugino Bruno, che dopo, sotto il nome di Gregorio V, si pose sulla propria testa la corona imperiale. Ottone III amava Ravenna e i suoi santi, con quella passione esaltata che fu il segno distintivo del suo carattere. Ivi egli elevò dal seggio episcopale alla dignit
E' scriveva sempre allo czar di quei ghiotti spacci, cui Federico II, Caterina II, Luigi XVIII gustavano con tanto appetito la petite presse all'uso delle teste coronate!
Relazioni venete, Serie II, vol. 1. p. 136. Relazione dell'Oratore Cavalli. Relaz. degli Amb. veneti. S. II. Vol. II, p. 33.
Alla morte di Adelaide , la successione di lei fu disputata, straziata, tra Umberto II Savoiardo, figlio di suo figlio; Bonifazio conte di Savona, figlio di una figlia d'un altro suo figlio; Corrado di Franconia, figlio di Berta sua figlia, l'infelice moglie che vedemmo dello scellerato Arrigo IV imperatore; e soprattutto poi dalle cittá che appunto allora vedemmo costituirsi in comuni.
Del resto, ucciso Graziano da Massimo un nuovo augusto, Teodosio venne in aiuto a Valentiniano II, prese ed uccise Massimo; e quando Valentiniano fu ucciso dal suo maestro de' militi che innalzò Eugenio, egli, Teodosio, combatté e prese pur questo; e cosí riuní per l'ultima volta, ma per poco, i due imperii. Morí l'anno appresso, 395.
Giulio II stringe la lega di Cambray e prostra Venezia per strapparle l'esarcato di Ravenna; avutolo, si volta con Venezia contro la Francia per conquistare Ferrara, Parma e Piacenza: mutatosi in ghibellino favorisce i Medici contro i guelfi a Firenze, gli Sforza contro i guelfi a Milano e ingannando tutti, forse sè stesso, urla: fuori i barbari!
Nessuno se ne accorse, nessuno ne seppe nulla; ma quando l’Abate n’ebbe conoscenza, ordinò che nessun forestiere quind’innanzi vi mettesse più piede¹⁴⁸. In dubiis pro anima. ¹⁴⁸ Bartels, Briefe, v. II, p. 658. Gibbon lasciò scritto: «Un solo convento dei Benedettini rese alla scienza forse maggiori servizî che le due universit
Ferdinando II di Napoli non poteva far manco di due cose, e perciò le voleva sempre alla portata della sua voce: il boia ed il confessore. E' non usava molto del primo, checchè se ne sia detto. Ma e' faceva un consumo spaventevole del secondo. Doveva presiedere al consiglio? eccolo dapprima ai piedi del confessore.
Sì signora, il conte Coletti, in casa del quale io passai, dodici anni fa, una notte, essendo in viaggio, si ricorda di me e mi domanda che gli faccia ottenere un posto di Maggiordomo maggiore di S. M. Vittorio Emanuele II, il re riparatore. Il signor conte occupava lo stesso posto alla Corte dell'ex principe!
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