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Aggiornato: 1 giugno 2025
che se tu a ragion di lui ti piangi, sappiendo chi voi siete e la sua pecca, nel mondo suso ancora io te ne cangi, se quella con ch’io parlo non si secca». Inferno · Canto XXXIII La bocca sollevò dal fiero pasto quel peccator, forbendola a’ capelli del capo ch’elli avea di retro guasto.
Scrive Turpin che i loro successori eran peggior de' Marchi e de' Mattei, audaci, sciupator, sussurratori, anticristi, messia, cure, cristei, senza eloquenza, senza raziocinio, guasto d'ogni intelletto ed esterminio.
Prima non era cattivo; andandogli male i suoi affari gli si guastò il sangue. Gli dicevo bene qualche volta: «Babbino non bere, che sprechi i denari e la salute.» Ma egli mi rispondeva che le donne devono tenere la lingua a casa. Anche questo è giusto. Dunque, più mio padre beveva e meno i padroni volevano prenderlo a giornata; meno egli andava a giornata e più beveva. Le lascio considerare!
Un guasto sulla linea Piacenza-Milano ritardò di due ore l'arrivo del treno. L'ingegnere Arconti non giunse a casa di sua madre che dopo le otto pomeridiane. Una donna di servizio, ch'egli non conosceva e da cui non era conosciuto, gli disse che la signora Federica era dai Dal Bono, ove si sarebbe trattenuta tutta la sera.
GERASTO. Menti per la gola! parla piú chiaro, bestia! SANTINA. Non m'hai guasto e consumato tutto il correrio che hai avuto dietro la dote? GERASTO. Quattro stracci fradici. SANTINA. Non sono io nobile? non sei tu un povero medicaccio? GERASTO. Se non fusse stato per me, i tuoi parenti sarebbono morti mille volte di fame. SANTINA. Or vo' cominciare a farti conoscere chi son io.
PILASTRINO. Non so vedere altrimenti le stelle a mezzo giorno se non sotto la botte; ma son certo che non le vedrò giá sotto la tua, subbio e telare, a mille opre d'aragna ch'ivi tesse la muffa per vestirne gli amici de l'aceto e del vin guasto. Resta con Dio. So dir che sei persona d'aver teco de' topi e de le mosche in compagnia. E da lor sei fuggito, così sei largo!
Spalancò la finestra, si avvide d'aver rovesciato il calamaio sopra la scrivania di suo marito e contemplò il guasto, il disordine con occhio asciutto; una grande idea, fulgida come il raggio del sole che entrava dalla finestra, le aveva illuminato la mente.
Vibra tutto, parlando: Da sè, chi sa come, un giorno, il guasto qua... si tocca la fronte che so... si sanò. Riapro gli occhi a poco a poco, e non so in prima se sia sonno o veglia, ma sì, sono sveglio; tocco questa cosa e quella: torno a vedere chiaramente... Ah! come lui dice accenna a Belcredi via, via allora, quest'abito da mascherato! questo incubo! Apriamo le finestre: respiriamo la vita!
«Va,» ordinò un ribaldo all'oste «va, e recaci quante corde hai in cucina....» «Ma questo non entra....» «Che? Párti che ti abbiamo fatto guasto per uno agostaro? quando anche ti abbruciassimo la casa con te e la tua famiglia dentro, il danno non potrebbe sommare a tanto.»
E tanto male è venuto ne' giardini delle sancte religioni, però che sancte sonno in loro, perché sonno facte e fondate dallo Spirito sancto; e però l'ordine, in sé, non può essere guasto né corrocto per lo difecto del subdito né del prelato.
Parola Del Giorno
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