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Aggiornato: 11 maggio 2025


«Dirò, Monsignorerispose il Maestro, e il cuore gli si allargava, chè adesso poteva dar la via alle parole da tanto tempo trattenute e con tanto fastidio; «allorquando corse grido per Provenza che voi eravate determinato alla impresa di Napoli; e furono incominciati gli apparecchi, una sera, il 15 ottobre, se mi rammento, tornandomene a casa, prendendo su per la piazza di Santa Genevieva, m'imbattei in Messere Guasparrino, gran mercante di panni franceschi, intrinsecissimo mio, e di più compare, avendogli tenuto al sacro fonte un suo figliuoletto che adesso potr

«Dunque, come io diceva, Monsignore Conte, alla mattina Guasparrino entrato nella mia camera mi prese per un piede, e mi tirò tanto, ch'io mi svegliai. Oh! siete voi? Sono, bel compare; alzatevi, ch'è l'alba dei tafaniOh! che ora fa egli? risposi sbadigliando, e stirandomi le braccia. È passata terza di un buon pezzo.

Allora mi alzai, salutai la dama, e quando fui per uscire, Guasparrino mi si fece all'orecchio dicendo: Dimani coll'aiuto di Dio vi manderò quel tale uomo a casa. Che uomo a casa? Quello della galera. Ma che avete le traveggole stamane, compar mio?

«Dunqueinterruppe Carlo. «Dunque, come io vi diceva, Monsignore, Guasparrino tornava da Pisa per certe sue bisogne, e vedutomi da lontano mi corse a braccia aperte incontro, gridando: Oh! oh! compare. Oh! Guasparrino, siete voi? risposi io. Ed egli: Come state? Ed io: Grazie a Messere Domine Dio, non mai bene quanto ora; e voi? Ed egli Eh! così.... ma gli anni cominciano a diventar troppi, bel compare mio. Ed io: Che andate voi pensando agli anni? la morte ci ha da cogliere vivi, compare. Ed egli: Io vo' intanto, che abbiate la cortesia di venire meco fino a casa, dove saggerete un cotal vino di Toscana che un mio amico mercante di Pisa mi ha ultimamente donato, affermando con giuramento che era vecchio di cento anni. Cento anni! Domine, aiutalo! Vo' dunque, bel compare, che veniate a farne la prova. Vengo di certo io: e andammo. Quivi si trovò in capo di scala dama Ginevra, che ci accolse con una leggiadria da fare onore a qualunque grande imperatrice o Regina; e noi ricambiati in fretta con essa lei alcuni saluti, ci ponemmo a tavola per fare il saggio del vino. E vi so dire, Monsignore, ch'egli era del buono, ma del buono da vero: io non saprei assicurarvi se avesse per l'appuntino cento anni, chè la fede di battesimo non gli vidi io, ma ottimo era certo; quasi cominciai a credere dentro me, la causa della Sciampagna perduta: ma la Sciampagna si manterr

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