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Aggiornato: 4 giugno 2025
Frattanto, al galoppo di due squallidi ronzini, che a spruzzi perdevano sangue dalle recenti ferite, i «picadores» compivan nuovamente il giro dell’Arena, poi si fermavano, con le groppe dei cavalli contro lo steccato, ad una trentina di metri dall’ingresso del «toril». Spalancatosi questo al segnale delle trombe, un nero animale formidabile vi si affacciò con impeto, fece tre balzi e di botto si fermò, come se lo splendore del giorno l’avesse accecato.
MANGONE. Se venisse quel di Calabria per la Gobba, digli che non ne chiedo meno di dugento ducati. FILACE. Voi dovreste pagar chi ve la togliesse di casa: ella è brutta di volto e bruttissima della persona, col mento fitto nel petto, con le reni inarcate, con le groppe uscite fuori, che par che d'ora in ora aspetti la soma. MANGONE. Non mi mancherá il mio prezzo: conosco l'umore.
L'odore caldo e zuccherino inebria i cavalli trottanti, che somigliano a macchine a vapore.... Le loro zampe-stantuffi scattan fuori alternativamente dalle groppe.... E tutti volgono il capo verso quei fasci enormi di fieno, disposti a piramidi.
L'Asino tristissimo, che si era lasciato andare a posta giù per liberarsi da me appena si conobbe scarico, si levò, voltò le groppe, e via come un cervo. Ahi! Asino giuntatore, Asino ladro!
Nitriti di cavalli, groppe che fumano sudatissime, ottoni brillanti delle bardature inglesi. Il sole fa divampare le facce che rosse si mescolano alle bandiere agitate dai borghesi. Due, tre bandiere, una folla di bandiere sventola su questa bassa terrazza. Le donne si piegano giù dai balconcini, visi convulsi in lagrime. Parlano, parlano, chiamano, consigliano.
Se ci farai una minestra di trippa grassa, mettici della menta e zaffarano; che se per disgrazia non fosse ben netta e sentisse della madre, se è verde, abbiamo iscusa che sia la menta, se gialla, il zaffarano. CAPPIO. Tornare presto a cca. LARDONE. Quelle groppe pelate e grasse di quei capponi mi farebbon volare, non che trottare, e m'han posto in tanto appetito che sarei per mangiarmele crude.
MERLINO. Se per mezzo de la menzogna tu intendi la veritade, perché mentitore mi fai? LIMERNO. Mentitore sei per certo. MERLINO. Sí, ma verace. LIMERNO. Qual veritade ho io giá inteso per la bugia testé fatta? MERLINO. Perché Ferrara cortesa non per mosche o tavanelle mi è a noia, ma perché ivi raccoglionsi lor vini su le groppe de le rane.
Parola Del Giorno
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