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Aggiornato: 6 giugno 2025


Un soldato vicino a noi esprime benissimo questo stesso effetto; guarda la facciata e dice: «Gonfia». Entriamo. Guardo.... Amico, questa volta te lo dico sul serio: sono deluso. Aspetta. Vedi quella colomba in bassorilievo, di marmo bianco, qui nell'angolo? Vedo. A che altezza ti par che giunga della tua persona? Al collo. Vediamo. Si va innanzi.... Diavolo, non ci siamo ancora?

Nel buio più denso della notte un uomo dotato di buona vista può ancora osservare.... il silenzio. Lo scioglimento delle nevi gonfia i torrenti; quello della camera gonfia la vanit

Alcune volte gli occhi luccicano, si velano d'una lacrima, le mani bianche fremono, la bocca freme, il respiro ansioso gonfia il petto coverto dalla tonacella. Ma andate a chiedere loro perchè, tentate di impadronirvi di quella bianca mano fremente, cercate di interrogare quella lacrima! Fuggono, si chiudono nelle piccole stanzucce a vetri, evitano di ricomparirvi innanti, vergognose.

e quel tanto sonò ne le sue guance, ch’a pugnar per accender la fede de l’Evangelio fero scudo e lance. Ora si va con motti e con iscede a predicare, e pur che ben si rida, gonfia il cappuccio e più non si richiede.

Ecco la funzione de’ grandi uomini: servir da pretesto a quegli orribili ornamenti architettonici che nelle piazze pubbliche sorvegliano la circolazione degli affaccendati borghesi. Madlen, in questa bella mattina così gonfia di sole non mi ricordo più se vi amo e nemmeno se vi desidero ancora.

Vede la Ciarla in pria, gonfia e linguarda Furia fra quante mai vivono al sole, Che l'Assurdo brïaco e la bugiarda Fola al mondo lanciâr, turgida prole. Molta a lei diè l'Error stirpe bastarda D'anfibî mostri e tumide figliuole, Che, nutrite di fango e di vendette, Nome portan di gazze e di gazzette.

Sarebbe stato forse soffocato dalla storica malinconia delle rovine? Può darsi; ma anche una Musa così ammantata di tristezza avrebbe potuto essere bella e sublime, non come quella gonfia e rettorica delle notti romane del Verri, ma come quella di lord Byron nel Childe Harold, nelle sue apostrofi di artista nordico e di uomo libero.

Pel brivido che quei pensieri le scandevano sulle reni e sugli òmeri, Emilia si spinse allo scoglio, lo risalì, e in un accappatoio bianco dal cappuccio aguzzo stette a guardare la superficie maliarda, un po' gonfia all'orizzonte.

Dalla sgozzatura gli pendeva una specie di borsa flaccida, gonfia di sangue, che a poco a poco diveniva più voluminosa, più pesante, più irremediabile. Ad ogni passo egli cadeva giù, incespicando, come un uomo cui manchino i ginocchi, e doveva mordere il pavimento per riuscire a sollevarsi.

Il suo ex collega, signor Carutti, segretario generale degli affari stranieri, posa un po' più. Ha l'andamento pretenzioso; la perorazione gonfia; la frase sonora e rotonda, ma vuota, quando non la soppanna da una tirata ad effetti; l'aria grave e pensierosa; il cranio calvo; un insieme fine, che respira la diplomazia in abito da domenica, nelle sue funzioni. Il signor Carutti è un letterato conosciuto. Ha pubblicato parecchie cose. Il suo stile è ornato, la materia studiata con coscienza; ma egli si riscalda troppo sovente a freddo nei libri come nei discorsi. Egli vota, naturalmente, col Gabinetto. Nondimeno egli non l'approva mica sempre, ed in questo caso esce della sala prima del voto, come fece a proposito della legge sulla Guardia mobile ed altravolta. Carutti è di passaggio alla Camera; egli andr

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