Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 31 maggio 2025
Così Elena, senz'altra compagnia, lasciando quelle codarde a rassicurarsi del terrore, e a dolersi del conseguito rimprovero, mosse al giardino reale, dove, poichè alquanto si fu aggirata, occorse in Gismonda, la quale, assorta nel pensiero degli ultimi casi, non le badò, se non dopo che l'ebbe per ben tre volte chiamata.
Lo vide Yole, e mesta sorrise: poi premendo leggermente il braccio a Gismonda: «Accetto l'augurio» le disse «che mi viene dalla eletta del cuore.» E tolto il velo se lo avvolge alla persona, e s'incammina ai giardini reali. Gismonda, sollevati gli occhi, si accorge dell'errore, prorompe in un grido sommesso, e segue la sua donna asciugandosi col dosso delle mani le pupille lacrimose.
Queste eran quelle due benigne fate ch'avean notriti i figli d'Oliviero, poi che li trasson teneri citelli dai curvi artigli di duo grandi augelli, 73 che rapiti gli avevano a Gismonda, e portati lontan dal suo paese. Or la battaglia i duo gioveni fanno, che le due donne ambi pregati n'hanno.
La damigella le stette dinanzi sbigottita, come quella che non aveva mai inteso tanto acerbo rimprovero. Yole gravemente aggiungeva: «Porgimi il velo, Gismonda; sento il bisogno di aere più puro. Voi tutte restate, Gismonda sola mi accompagni nel giardino.»
Ed ecco che queste frivole, abbandonato affatto il soggetto di Gismonda, si lanciarono impetuose a favellare di fasce nere in campo di argento, e di sbarre di argento in campo nero, e di Lioni rampanti, e di Pantere passanti, e scudi, e cimieri, e corone.
Gismonda corse ad eseguire il comando; ma confusa, mal sapendo che si facesse, tolse quel velo stesso che assunse Yole allorchè si seppe in corte la morte di Corrado, e glielo porse senza sollevare gli sguardi.
«Gismonda!» riprese Yole, fattasi pel volto e pel seno tutta vermiglia, «si danno arcani che l'amico non può dire all'amico; che ricercarli in ogni nome è indiscretezza e crudelt
Qui si rimase la bella addolorata: e mestamente volgendo gli sguardi, vide tutte le suo damigelle confuse di vergogna, e la gentile Gismonda in tale stato da non potere più intendere tanto disperate parole. Tacque: un lungo silenzio si sparse per la sala: i doppieri mandarono una pallida luce su quelle donzelle atteggiate in sembianza di pianto.
Yole la sogguardò, e soggiunse: «Ella è così.... l'uomo s'offende al detto di quello che deve praticare col fatto. Un senso arcano e generoso, cui non sappiamo da qual parte ci venga, ne ammaestra che partecipare lo infortunio con l'amico è bene, ma la natura nol consente, chè non ne ha conformati in guisa, che il nostro più fiero nemico sia il patimento, e più possano in noi gli strazii dell'angoscia, che non le lusinghe dell'amore.... Ella è così; nè io voglio accusartene, o mia dolce Gismonda; il fallo proviene da più alta cosa che non sei tu. Chi è che osi contrastare al grido della natura? Noi non siamo da tanto, nè io vorrei da te più di quello che puoi darmi. Gismonda, mia cara Gismonda! se alcuna cosa ti ho mai fatto di grato; se la mia memoria sar
La cometa apparve di agosto, e Urbano IV moriva di novembre.» «Ma la cometa non per anche scomparve. Credilo, Gismonda; un gran Re deve morire, e Carlo d'Angiò è Conte di Provenza soltanto.»
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca