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Aggiornato: 11 luglio 2025


Il morente girava con angoscia lo sguardo intorno a , mentre andava mormorando: Ed il confessore, che mi assolse soltanto a condizione che venisse riparata la mia colpa! Indi con forza: Don Francesco, distruggete quella carta: io ve lo impongo! Rifletterò, rispos'egli tranquillamente. Ah! voi non volete annientarla! Piet

Matteo Cantasirena, seduto accanto al Presidente, girava l'occhio su tutte quelle facce gravi, talune arcigne, gocciolanti di sudore, cercando istintivamente nella moltitudine che si mostrava piuttosto ostile, il volto amico sul quale fissarsi coll'occhio, mentre avrebbe fatto il suo discorso.

Rosso, di bragia, colle pupille fisse, sbarrate, il piccolo grand'uomo non lo guardò nemmeno. Girava impettito, attorno alla stanza, sventolandosi col fazzoletto, accomodandosi il solino molle di sudore. Sentiva crescere la propria importanza, quanto maggiore era l'abbattimento di quell'altro.

Arrivati sul luogo del disastro, l'ingegnere discese un minuto e mentre Mauro girava i cavalli, ficcò gli occhi nell'acqua verdognola dell'arginello, contò i tre mattoni e non potendo per provvedere a nulla, si limitò a prendere delle note sul taccuino, rimandando lo studio a un altro giorno.

Ne fu oltremodo dolente, e volea pure più volte dimandarla di ciò, ma non lo ardiva: girava intorno ognora desideroso lo sguardo, e sempre nuova gli pungeva speranza almeno qualche momento di vederla.

distante intorno al punto un cerchio d'igne si girava si` ratto, ch'avria vinto quel moto che piu` tosto il mondo cigne; e questo era d'un altro circumcinto, e quel dal terzo, e 'l terzo poi dal quarto, dal quinto il quarto, e poi dal sesto il quinto. Sopra seguiva il settimo si` sparto gia` di larghezza, che 'l messo di Iuno intero a contenerlo sarebbe arto.

E tosto un grido di gioia eruppe dal suo petto oppresso. La chiave girava a meraviglia, la tavola dinanzi si abbassò lentamente, ponendo allo scoperto una quantit

Le signore, tranne la Bertù che girava attorno severa, composta, colla maest

Egli girava a caso. Involontariamente la sua giovinezza lo faceva seguire per qualche tratto una figurina di donna, svelta ed elegante, che fendeva la folla senza vederla, al braccio di un signore; ed era come una pagina di romanzo, che gli si aprisse improvvisamente dinanzi agli occhi coll'irresistibile prestigio dell'amore. Altre donne non guardava.

Qualche volta mi pareva che i suoi occhi si avvincessero alle mie nude caviglie. Di primavera le tre finestre aperte mandavano su a vampate, nei raggi del sole, il profumo nuovo delle violette. Spesso un colpo di vento scompigliava d’improvviso tutte le pagine de’ miei libri. Ed io ridevo. Egli no. Egli seguitava a parlare, impassibile, un po’ curvato su me. Qualche volta il suo respiro mi toccava le mani. Ciò mi dava noia. Quasi di nascosto le ritraevo. Allora i suoi occhi diventavano scuri. A poco a poco la sua voce mi girava intorno, come si gira intorno ad una preda. Quest’uomo di trentacinque anni, questo mio educatore, questo prete, aveva una faccia consumata, non saprei dire se dal vizio, dall’astinenza o dal dolore; sembrava intelligente: forse non lo era; sembrava un malato, un incatenato, un soggiogatore di uomini costretto a servirli, un distruttore di obbedienze curvato a fatica sotto il giogo dell’umilt

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