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Aggiornato: 21 maggio 2025


Bel pezzo di donnina! tutt'i giorni.... tutt'i giorni alle undici precise esce di casa. Gatta ci cova. BAGHER. Mi pare impossibile! Sono ancora nella luna di miele. MENANDREI. L'ultimo quarto, mio caro, una luna con due corna. Io non so nulla, veh! per conto mio, è la più onesta donna del mondo, ma perchè questa uscita solitaria a ora fissa? Glielo ha ordinato il medico: esercizio ginnastico.

Ma rimaneva ancora da fare un po' di strada in omnibus; m'arrampicai sul tetto del primo che vidi, mi lasciai condurre fino al termine della corsa e poi tornai al punto di dov'era partito. Strada facendo, ebbi più volte occasione di meravigliarmi della famigliarissima disinvoltura colla quale uno qualunque dei miei vicini, per passare da una parte all'altra dei sedili, si serviva della mia spalla come punto d'appoggio, facendomi per un momento sentire il peso di tutta la sua persona, e dandomi poi nell'atto di levare la mano una scossa vigorosa, come un ginnastico che butta via l'asta dopo aver saltato la corda. Il primo che mi rese questo servizio, siccome mi colse all'improvviso, mi fece rimanere mezzo stroncato. Come di ragione, mi voltai, almeno per avere il compenso d'un sorriso che volesse dire: Scusi. Che! M'aveva voltate le spalle senza darsi l'incomodo di guardare quant'ero lungo. Visto che s'usava così, presi le mie precauzioni, e ogni volta che vidi un vicino stender la mano, gli porsi la spalla, dicendo: Si serva ; e così tenendo duro fin che si fosse servito, restai un po' meno sconquassato. Ma fui poi compensato, su quello stesso omnibus, dal piacere che provai persuadendomi che si può benissimo fare una piacevole conversazione senza capirsi. Un giovanotto accanto a me, che pareva molto allegro, mi rivolse la parola in inglese. Io risposi in francese: non capisco. Egli non capì che non capivo, e tirò innanzi ridendo. Feci cenno col capo di no, di no, che non s'incomodasse, che era fiato perduto. Il caso volle forse che quel no cadesse a proposito a una domanda che m'aveva fatta, e continuò più infervorato che mai. Allora, poichè parlava con tanto piacere, finsi di capire, facendo dei mezzi sorrisi e dei cenni indeterminati, che non potessero discordare recisamente da nessuna cosa che mi dicesse. Poi, cominciando ad annoiarmi di far quella parte, pensai che s'egli mi parlava una lingua che io non capivo, io potevo bene parlargli una lingua che non capisse lui; e mi misi a discorrere in italiano. Era buio pesto; nondimeno rise, mi battè la mano sul ginocchio, stette a sentire con un'aria di curiosit

Debbo alla luna, che in quel momento era venuta a far capolino, ed a un mio talento ginnastico se non mi ruppi il collo, io che sette anni non li avevo ancora compiti tre volte. Non è necessario descrivervi il villaggio di Sulzena.

C'era un guaio, nei mercoledì della sottoprefettura. Tanto è vero che non c'è niente di perfetto in questo basso mondo. I giovanotti non abbondavano a Castelnuovo Bedonia. Ma per compenso ballavano gli ufficiali del governo, che avevano quasi tutti la leggerezza voluta da questo nobile esercizio ginnastico.

Antonino Galfo, siracusano, amico intimo del Metastasio, nel seguente arguto sonetto: Un panormita Precettor, che spesso Il pranzo, per ciarlar, lascia e la cena, Sfogava nel ginnastico consesso La sua loquace, inesiccabil vena. Il segno alfin sonò, per cui concesso È al misero fanciullo uscir di pena, si avvedea, che da le ciarle oppresso Chi grattavasi il capo, e chi la schiena.

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