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Aggiornato: 24 giugno 2025


Sopra la terra imperversava intanto Un uragan di popoli. Sul vecchio Tronco latin spirò l'aura del norte, E il rinverdì; fra le disfatte genti S'insinuò un gagliardo alito, un fremito Di selvatica possa. A quella forma Che al ritorno d'april, sotto al fecondo Bacio del Sol, freme la terra, e il cieco Germe, che in grembo custodì dal fiero Morso de' ghiacci, a l'aurea luce esprime; Tal serpea de l'uman genere in petto Una nuova virtù, che a la secreta Aura del mio pensiere apríasi il varco. Ed Ario sorse, e tutte avea d'intorno Le germaniche stirpi. Oh! splenda un lume Di verit

Ora, è chiaro che le invettive e le maledizioni della Chiesa non tolgono che, nell’imperatore Giuliano l’uomo e l’azione siano singolarmente interessanti. Non vi può essere studio storico più attraente del ricercare le origini, le cause, le conseguenze della restaurazione politeista a cui il giovane imperatore ha posto mano. Quelle invettive e quelle maledizioni non possono nascondere il vero a chi appena guardi la storia e i documenti; e il vero è che Giuliano fu un uomo per eccellenza geniale, un uomo che, dopo aver passate l’adolescenza e la giovinezza immerso negli studi, da cui, ad ogni istante, lo distraeva l’aspettazione di essere trucidato ad un cenno dello scellerato cugino che sedeva sul trono imperiale, investito, improvvisamente, di un supremo comando militare, in una posizione che pareva disperata, si rivela, in breve tempo, generale di altissimo valore, e conduce una campagna meravigliosa, coronata da splendide vittorie. La sua vita pubblica è chiusa nel breve ciclo di otto anni, dal 355, l’anno in cui è mandato nelle Gallie a fronteggiare le invasioni germaniche, al 363, l’anno in cui cade sul campo di battaglia combattendo eroicamente i Persiani. Questi otto anni furono tutti spesi in una vita agitata, piena di avventure e di preoccupazioni amministrative e militari. Eppure, il giovanissimo imperatore, che doveva morire a trentadue anni, non abbandonò mai i suoi studi, non interruppe mai la sua attivit

Nessuno, per altro, tema di rinvenire in quest'opera del signor Bouterweck alcun tratto di quella filosofia che or chiamasi «trascendentale», e che colla sua oscuritá reca fastidio ad ogni lettore che non sia metafisico consumato nelle piú astratte speculazioni germaniche.

, del resto, fu cosa nuova nella storia delle genti: molte, antiche e nuove, si fecer grandi allo stesso modo: la gente tebana tra l'antichissime egizie, la persiana tra le mediche, l'ateniese e la spartana tra l'elleniche, la castigliana tra le spagnuole, la prussiana tra le recenti germaniche.

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