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Aggiornato: 13 giugno 2025
Le nostre abitudini erano invariabili; io non mi coricava alla mia volta o non usciva di casa, prima d'esser passato nella camera di Lidia a salutarla. Vi trovai, quella sera, ancora Geltrude occupata a riporre le vesti. Io m'avvicinai al letto, dove Lidia stava col busto appoggiato ai guanciali e i capelli sciolti per le spalle; un bel quadro, senza dubbio, ricco di luce e d'ombra.
Geltrude la cameriera che aveva lasciati i signori Folengo per passare al nostro servizio accendeva il candelabro a gas, nel mezzo del soffitto; e allo stropiccìo de' miei passi si volse, dicendomi: La signora è indisposta e prega il signore a voler pranzare da solo.
Geltrude augurò la buona notte ed uscì. L'astuta cameriera, un tipo segaligno di giovane trentenne, conoscendo, i nostri usi dei migliori tempi, aveva spinto vicino al letto una poltrona, in cui mi sedevo abitualmente a chiacchierare con Lidia. Allontanai la poltrona, osservando che sul tavolino da notte stava un romanzo francese, pel quale Lidia non si sentiva poco bene.
Il Monterosso, uno dei fabbricieri della chiesa di Santa Geltrude, aveva lasciato correre, per alcuni e rilevanti restauri del vecchio organo, una spesa molto maggiore di quella che s'era tra colleghi convenuto di fare. Chi aveva a snocciolarli?
Nel salotto non c'ero che io; io, in piedi, nell'atteggiamento nervosissimo dell'aspettazione, guardando dei quadri di cui conoscevo tutto, l'autore, il tema, il valore artistico, la provenienza, la data in un angolo. Geltrude, la cameriera, entrò dallo studio e mi disse: Il signore ha una visita; ma si sbrigher
Alfredo non aveva mai voluto servi stabili, perchè.... instabili. La sua provvisoria factotum, era la vecchia portinaia Geltrude e, e la di lei nipotina Benedetta d'anni dodici, abbastanza disinvolta e loquace, avrebbe fatto da segretario intimo. Ora diteci voi, lettori, qual sorta di esistenza trascinasse Alfredo?
Entra Benedettina, che lo ringrazia assai commossa per il regalo che Alfredo ha fatto poco prima alla nonna Geltrude, quando portò la minestra. Cinque di quelle monete d'oro (columbie) disse la fanciulla sono per me dunque? Sì, accennò col capo Alfredo. Ma io vorrei invece, Sig. Alfredo che avesse a guarire Lei! Non mangiò niente. Ecco qua la minestra appena toccata. Avverto che Lord è andato certamente alla riva del Lago perchè da qualche ora non si vede più: (il cane era invece accovacciato sotto il letto del suo padrone, e causa la trapunta che toccava il pavimento, restava nascosto). Poco fa Sig. Alfredo, un monello, con una sassata mi ha uccisa la mia cara gattina. Meriterebbe di impiccarlo, ma lui se ne infischiava. Alfredo consigliò la piccola segretaria alla calma, e, non è il primo disse, che ha l'immensa felicit
Eravamo in due a finger di mangiare, adesso: anche Lidia faceva una cattivissima accoglienza alle portate che Geltrude recava; attribuii l'improvvisa svogliatezza al pensiero doloroso di veder partire presto i Folengo, ed ebbi cura di non domandare spiegazioni.
Geltrude, venuta verso l'ave maria della sera in camera con due rose, una rossa ed una bianca e colla minestra, il tutto depose sul tavolo da notte, dicendo: sono davvero contenta, egli è quieto una buona volta, lasciamolo dormire, la manger
E davvero, che quel viziato uomo avrebbe fatto bene a starsene, anche stassera, colle sue donne e i suoi fiaschi. Ma.... non dir queste cose, caro conte, Ma ti pare.... la Geltrude potrebbe sentire. Volevo dire che questi nobilissimi gentiluomi di Francia, i quali pare che godano a intrattenersi con quello scapestrato, faranno un assai triste concetto di noi tutti.
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