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Aggiornato: 8 giugno 2025
Ma ad un tratto, si oscurò, e mormorò con gran dolore: Ah, povero Numa! Nel giardino aveva visto passare un gatto. Il povero Numa, il mio fido e più sincero amico, è morto! Fu trovato morto, misteriosamente, nel sottoscala. Io credo lo abbia avvelenato Evelina coll'arsenico, per far dispetto alla Gioconda. Sai?... Non si parlano più: siamo giunti a questo estremo!
Perchè non le avete comprate voi, o il Sindaco, o il Barone Lo Gatto, voialtri che tenete i quattrini sotto chiave? Domineddio dovrebbe farveli muffire! Io sono sacerdote; non posso fare il contadino, lo speculatore... Voi; ma gli altri? Non voglio entrare nei fatti altrui... Vinco sei soldi, non quattro. E due di cui sono in credito dell'altra volta... Fanno sei, avete ragione!
Filippo sembrava non accorgersi della presenza di Giselda. Mi pare un gatto che vigila, pensò il Candriani. Se la porti via anche questa? Ma la partita finiva; la contessina Fioresi volse le spalle ai giuocatori, tornò fra le donne, e subito trovò un appiglio per interloquire.
Sogni? disse l'orco. Ora vi farò veder io! E nel dir così, si cangiò in sorcio, e si messe a correre per la stanza. Ma il gatto, lesto come un baleno, gli s'avventò addosso e lo mangiò. Intanto il Re che, passando da quella parte, vide il bel castello dell'orco, volle entrarvi.
E di su 'l davanzale della finestra, tra un vaso di menta e i fascicoli d'un romanzo illustrato, il gatto di casa, che lì aveva trovato il suo posticino al sole, la contemplava, ammiccando. Un'afa sciroccale pesava sul cortile silenzioso: le ore d'un torrido pomeriggio scorrevano lente. Improvvisamente suonò, breve, una voce.
Morto!... Mio marito?... Lei lo ha detto... Lei lo sa!... O mio Dio!... Mi dica tutto... mi dica il vero. Agapito era più imbrogliato che un gatto nella stoppa; si strinse nelle spalle, nicchiò, balbettò, si grattò il naso e finì per dire che egli lo aveva inteso da Selva.
Il gatto, contentissimo di vedere che il suo disegno cominciava a pigliar colore, s' avviò avanti; e avendo incontrato dei contadini, che segavano, disse loro: Buona gente che segate il fieno, se non dite al Re che il prato segato da voi appartiene al marchese di Carab
Il gatto diventò gran signore, e se seguitò a dar la caccia ai topi, lo fece unicamente per passatempo. Voltato in italiano da C. COLLODI. C'era una volta un gentiluomo, il quale aveva sposata in seconde nozze una donna così piena di albagia e d'arroganza, da non darsi l'eguale.
La servetta trasalì e levò il capo: si rizzò pure il gatto e fece arco della schiena, e sbadigliò. La voce veniva dalla camera da letto della signorina Sofia. Milia! Milia! Il gatto scese dalla finestra e s'avviò. La servetta raccolse il merlettino, il gomitolo, l'uncinetto e ammucchiò tutto sui fascicoli del romanzo. S'alzò e scosse il grembiale. La voce interna insisteva: Milia! Milia!
"Bene," continuò il Gatto, "un cane brontola quando è arrabbiato, ed agita la coda quando è contento. Ora io brontolo quando son contento, ed agito la coda quando sono arrabbiato. Dunque son matto." "Io direi far le fusa, e non gi
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