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Aggiornato: 16 giugno 2025


Il Gongora mi accennava un largo spazio del muro tutto nero di date e di nomi scritti colla matita, col carbone, e incisi colla punta dei temperini dai visitatori dell'Alhambra. "Che cos'è scritto qui?" mi domandò. M'avvicinai e gittai un grido: Chateaubriand! "E qui?" "Byron!" "E qui?" "Victor Hugo!"

In tutta la mia vita non ho mai pensato detto, dirò mai tante care follie, tante belle scempiaggini, tante fole, tante gentili cose senza senso, quante ne pensai e ne dissi in quell'ora. "Ma bisogna venir qui," mi diceva il Gongora, "al levar del sole, bisogna venirci al tramonto, bisogna venirci di notte quando splende la luna, per veder che meraviglie di colori, di ombre e di luce!

"Fermiamoci un momento," dissi "voglio tirare un gran sorso di quest'aria; mi par che debba contenere non so che germi arcani che infusi nel sangue allunghin la vita; è un'aria che odora di gioventù e di salute." "Ecco la porta," esclamò il Gongora.

Così mi disse il Gongora l'ultima sera del mio soggiorno a Granata. Era con noi un giornalista repubblicano, di nome Melchiorre Almago, direttore dell'Idea, un giovanotto simpatico e gentile, che per accompagnarci sacrificò il desinare e un articolo di fondo che andava ruminando fin dalla mattina. Ci mettemmo in cammino, arrivammo fino alla piazza dell'Audiencia. L

"Quanto mi ci godo!" rispose il Gongora dando in uno scoppio di risa; "orsù, venga a persuadersi che il mondo non è corbellato: entriamo nelle catapecchie." Entrammo per una piccola porta, attraversammo un corridoio, ci trovammo in un cortile. Io afferrai la mano del Gongora con un vivissimo slancio, ed egli mi domandò con un accento di trionfo: "S'è persuaso?"

"Ebbene," mi domandò il Gongora, "valeva la pena di sognare l'Alhambra per trecentosessantacinque notti?"

E però all'autore di essa collezione bastò pubblicare e tradurre in toscano i componimenti lirici e buccolici piú segnalati del secolo decimo sesto ed alcuni de' fratelli Argensola; ma non die' luogo nella sua raccolta a veruna poesia di Balbuena, di Jauregui, di Lope, di Góngora, d'altri egualmente celebri nostri poeti, lasciando cosí la collezione insufficiente in estremo e difettosa».

Contentóse pues su autor con publicar y traducír en toscano las composiciones líricas y bucólicas mas señaladas del siglo diez y seis, y algunas de los Argensolas: pero nada incluyó de Balbuena, de Jauregui, de Lope, de Góngora, ni de otros igualmente célebres en nuestro Parnaso, quedando por consiguiente la coleccion en extremo insuficiente y diminuta» .

Visto anche questa parte dell'Alhambra, credetti davvero che non mi rimanesse nulla a vedere, e commisi daccapo l'imprudenza di dirlo al Gongora. Questa volta non si potè più contenere; e condottomi nell'atrio del cortile dei mirti dinanzi a una pianta dell'edifizio affissa al muro, mi disse: "Guardi, e vedr

Il giorno dopo, allo spuntar del sole, ci ritornai; ci ritornai la sera; e continuai a andarci ogni giorno per tutto il tempo che rimasi a Granata, col Gongora, con altri amici, coi ciceroni, solo; e l'Alhambra mi parve sempre più vasta e sempre più bella, e ripercorsi quei cortili e quelle sale, e vi passai ore ed ore, seduto tra le colonne o appoggiato alle finestrine, con un piacere di più in più vivo, scoprendo ogni volta bellezze nuove, e abbandonandomi sempre a quelle vaghe e deliziose fantasie, fra le quali aveva errato la mente il primo giorno.

Parola Del Giorno

branchetti

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