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Aggiornato: 28 maggio 2025
E questo pensiero la vessava di tal modo che non ne avrebbe saputo celar la smania a nessuno; in alcuni momenti di quella giornata, per quanto, richiamandosi in mente e gli atti, e le parole, e le soavi espressioni del suo Fossano, non potesse trovare alcun fondamento per crederlo infinto, si figurava di vederlo ancora vicino alla contessa Giulia, la cui bellezza, sebbene tentasse dissimulare a sè medesima, pure le stava sempre innanzi gli occhi.
«È da tre dì che t'aspetto, Alberigo: da qui ad Angera è così breve tragitto, perchè hai tardato?» «Non fu mia colpa,» rispondeva freddo e riservato il Fossano, a cui la coscienza del proprio cuore scemava forza alla parola: «ma appena arrivati ad Angera dovetti accompagnare il duca nella sua gita ai castelli del lago, ed ora che ho potuto.... sono venuto qui.
«È facile a comprendere che il diavolo ti ha dato il suo valido aiuto in questa circostanza!» diceva il Barbarigo quasi esaltato della gioia. «Credo bene che la sia così, perchè io solo non poteva bastare a far tutto.» «E il Fossano? Non mi hai detto ancor nulla di lui.»
Partito che si fu il Fossano dell'isola, a Valenzia vennero certe ombre di malumore che le misero tanto amaro nel cuore, quanta dolcezza aveva provata la sera prima alle parole del suo Alberigo, ed a quella generosa promessa che ebbe la forza di spegnere in lei del tutto ogni ira gelosa, quantunque poco prima avesse dovuto accertarsi co' propri occhi di quello che era passato tra il Fossano e la contessa Giulia.
«Per questa notte!» replicava Fossano così macchinalmente e stato un pezzo irresoluto: «oh, notte d'inferno!...» proruppe alla fine, e disceso sull'ultimo gradino saltò nella barca. «Ma pensate d'andarvene così solo? a quest'ora? Aspettate che venga anch'io.» «No, tu hai da star qui... piuttosto chiamami qualchedun'altro.» Venne un altro servo, saltò esso pure nella barca, e si partirono.
Quando fu l'alba, il Fossano, a cui le ore della notte erano divenute eterne, uscì senza dir nulla a Candiano.
Il Fossano, finchè la facolt
A raffreddare ancora più l'affetto ch'egli aveva per la sua Valenzia, a dare il crollo alla bilancia, un mese prima del momento in cui abbiam trovato il Fossano nella sua stanza solitaria, eragli intervenuto un caso inaspettato.
Il servo atterrito obbedì, e con voce quasi piangente disse addio al Fossano, il quale, cangiando in un subito l'ira in accorata tenerezza, «Addio,» gli rispose con voce tremolante, «va, fa ciò che ti ho detto...» E ritto in piedi nel mezzo della gondola e appoggiato al remo stette aspettando sin che il servo si perdette in una contrada.
«Cerco del cavalier Fossano,» rispose la contessa non badando più che tanto alle parole della fante. «Adesso.... per adesso, il cavaliere non c'è; ma non potr
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