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Aggiornato: 29 giugno 2025


Flora non è potuta venire oggi: l'aspettavano alla villa Carlotta per non so quale complotto di matrimonio. Presento invece mia sorella, Vincenzina.... soggiunse, tirandosi un poco in disparte. Oh... oh... donna Vincenzina, grazie, ho piacere... Che bel sito! una vista stupenda! brava... Bravo anche lei!...

Cresti non aveva detto nulla al Castelletto di questo ritorno per risparmiare a quelle donne la tristezza del primo incontro. Le cose eran andate in modo che egli non sapeva nulla del viaggio di Flora a Lugano e credeva che la fanciulla ignorasse la disgrazia toccata ad Ezio. Ma Flora, alle prime mosse aveva saputo strappar la verit

Quando Flora e la mamma uscirono a vedere, gi

Flora stette a lungo quella sera alla finestra della sua camera, ricordando, meditando, contrastando co' pensieri. Non le era ignoto che dovevano a Cresti una somma di danaro prestata a poco per volta alla mamma nei momenti di tristezza; ma non sapeva che da un anno Cresti fosse il padrone del Castelletto e che a lui dovessero anche questa beneficenza.

Flora lottò ancora un istante contro l'affanno che l'opprimeva, poi soggiunse: Ho una lettera della zia Vincenzina per lei, Cresti: veda e gliela porse. Donna Vincenzina? in che cosa posso servirla? E fattosi più presso la finestra per aver più luce, scorse lentamente i pochi periodi con cui si faceva appello alla sua indulgenza.

Moschino scese a chiudere le persiane contro i primi goccioloni che battevano sui vetri della veranda, mentre Ezio e Flora correvano dentro e fuori per le stanze ad assicurare porte e finestre. La casa fu presto invasa da quella oscurit

Non dica questo cercò di protestare Flora che sentiva lo strazio di quelle parole. La nostra riconoscenza... Oh, la vostra riconoscenza non mi potr

«Tutto mi persuade a credere che questa sarebbe la mia pace scriveva Flora qualche giorno dopo a Elisa D'Avanzo, che aveva le confidenze del suo cuore e tu mi dici sempre che alla felicit

Più che la speranza di ritrovare nei miracoli del dottor Gibbon la grazia della vista, lo menava lontano il pensiero di mettere tra lui e Flora un lungo intermezzo di silenzio, un impedimento materiale, uno spazio insuperabile, nel quale egli potesse svincolarsi e spogliarsi del nuovo fascino che la vicinanza di lei esercitava sul suo spirito stanco e bisognoso.

Era fatale che ciò avvenisse. Non avrebbe saputo dire il come il quando, ma da un pezzo il cuore gli andava dicendo che egli seguitava a camminare per una strada sbagliata. Flora aveva per lui della buona amicizia, della stima, della riconoscenza, ma tutte queste cose messe insieme e condite dalla migliore volont

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