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Ti ricordi, gli disse, di quel tale che, faranno tre anni adesso, sedeva fra gli scribari dell'ufficio fiscale e che, per più mesi, venne a prestarmi aiuto nel mio gabinetto privato? Mi ricordo benissimo. Dal giorno che l'ho licenziato per non occorrermi più l'opera sua, non mi venne mai più veduto. Ma ora avrei bisogno di lui. Sapresti tu dove andarlo a trovare?

«Alle speciose ipotesi di una pazzia incipiente, di uno stato mentale irregolare, rispondono con molta eloquenza le perizie dei medici fiscali. «Che cosa potrei io aggiungere a ciò che con tanta limpidezza hanno detto uomini dottissimiL'avvocato fiscale raccolse alcuni fogli, che aveva dinanzi e ne dette lettura.

Signor presidente soggiunse l'Avvocato fiscale vorrei che a complemento di quanto si trova in atti nel processo scritto, fosse domandato all'inquisito come egli passò la notte del 14 gennaio. Diteci come e dove passaste la notte del 14 gennaio? richiese a Nello il presidente. Nello rimase un istante perplesso: egli non si ricordava più di nulla.

Non ho bisogno di ripubblicare il trattato di Bisacquino, di umoristica memoria, di cui mi occupai nel capitolo sul processo mostruoso. In quel trattato erano contenute le notizie per le più terribili accuse contro i Fasci e contro i socialisti, me compreso. Quale il valore di esso risultò dal processo: l'avvocato Fiscale lo ripudiò formalmente e si sentiva umiliato, come di un tentativo di volgere in ridicolo il processo, ogni volta che accusati e difensori vi accennarono. Ma quando l'on. Crispi prestò fede al trattato di Bisacquino, si dir

Laonde il Governo, tutto sossopra per la paura, con una di quelle risoluzioni che non paiono assolutamente credibili ai nostri, commetteva all’Avvocato fiscale del R. Patrimonio di perorare le ragioni del Reggente contro il Principe.

I sei auditori sedevano dietro a un lungo banco coperto da un tappeto verde; a destra dei giudici sedeva l'Avvocato Fiscale, a sinistra il Cancelliere.

Dopo una lunga perorazione, nella quale ricapitolò tutte le resultanze del processo, l'avvocato fiscale fece intendere che egli avrebbe preso le sue conclusioni. Aveva parlato da circa tre ore, e il pubblico lo aveva sempre ascoltato con l'attenzione più concentrata.

In mezzo, alla destra del trono, un banco coperto di panno scuro per gli auditori di Palazzo e della sacra Ruota criminale presieduti da straordinario presidente, sendo caduto infermo il Luciani: dalla parte opposta un banco pari pel procuratore fiscale, con parecchi cancellieri e notari: per traverso un terzo banco destinato pei difensori.

Ma, ad onore degli ufficiali Veneti, conviene pure soggiungere a questo punto che mai, nelle voluminose filze del carteggio militare della decadenza, si trova citato un caso che giustifichi codesta diffidenza fiscale, la quale d'altronde era connaturata nei tempi ed in molti eserciti d'allora, e che si è tramandata per qualche traccia perfino a giorni non lontani dai nostri .

Tutto fatto a dovere. Ah finalmente! esclamò il Collini, traendo un sospiro di contentezza. E come l'ha presa l'avvocato fiscale? Che avvocato? che fiscale? strillò il Salati, ghignando. Credevo ci foste andato subito; disse l'altro. No, no; e neanche m'è bisognato andare in cerca del Marsigli. Ma che cosa avete fatto? Suvvia, parlate, non mi tenete sulla corda! gridò impazientito il Collini.