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Aggiornato: 6 giugno 2025


Intimato, secondo il solito, dagli uscieri il silenzio, il Presidente, ottenuta licenza dal sommo Pontefice, accennava con la destra al Procuratore fiscale, ch'egli poteva incominciare.

L'Avvocato fiscale terminò dicendo, che egli domandava per l'inquisito la stessa condanna da lui gi

La Rota deve giudicare dei punti seguenti: «È provato, in genere, il fatto che il signor Roberto Gandi pittore, come risulta dal libello fiscale, fosse proditoriamente assalito la sera del 14 gennaio nel Vicolo della Luna, che fosse ferito, e in conseguenza della ferita riportata alla testa, sia da varii mesi obbligato a guardare il letto...

Chi ricusa, in prigione, in catene, finchè non prenda l'uficio; esce poi per questo, senza pagar nuova taglia per riscatto dalla prigione. Uno n'esce; un altro sen trova, ch'è pelato con lo stesso argomento fiscale: strano ed esorbitante peso in quei tempi, in cui alto montavan le usure del danaro.

L'avvocato Arzellini, che guardava fisso l'avvocato fiscale, e non perdeva sillaba di tutto quello che diceva, scosse vivamente il capo, e battendo un pugno sulla tavola, esclamò ad alta voce: Vedremo.... se saranno vani! Il presidente fece al focoso patrocinatore un'altra ammonizione. «Vani stratagemmi! riprese l'Avvocato fiscale, in tuono sempre più veemente.

In questa la porta del carcere stridendo sopra i suoi cardini si aperse, ed al chiarore di una torcia furono visti entrare il sostituto dell'avvocato fiscale accompagnato da alcuni cursori, i quali con volto cupo, ma senza amarezza, come senza benevolenza, si accostarono al letto di Beatrice.

Questa causa è grave, molto grave, secondo me riprese il presidente Non so quali sieno i pareri degli egregî auditori, ma quanto a me dichiaro che il libello fiscale non mi ha lasciato molto persuaso. Come? Come? domandò subito esasperato l'auditore Pantellini lei può dubitare della reit

Gli uscieri rientrarono; a un cenno del presidente introdussero il relatore, il procuratore fiscale e il difensore. La sentenza, colla quale Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti venivano condannati alla pena di morte, fu letta ad alta voce dal cancelliere. La seduta si sciolse.

Il Procuratore fiscale, come se non fosse fatto suo, attendeva sempre a guardarsi le ugna; non così il cardinale Sforza, che sommesso diceva al San Giorgio: E' par che buone mosse abbia preso il barbero.

I conservatori ascoltano in silenzio il racconto delle piccole colpe o dei delitti nefandi; ma, per contro, discorrono assai Pasquino e Marforio, il primo strapazzando spesso i querelanti, e ammonendoli il secondo; e dando l’uno notizie e argomento di dispute all’altro: giacché lo scriba e il fiscale, quantunque siano i due amici che tutti sanno, non si trovano sempre d’accordo per cagione del loro carattere molto diverso.

Parola Del Giorno

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