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Aggiornato: 14 giugno 2025
E poi le lettere anonime che c'insultano a grossi fiotti: le lettere che ci danno consigli: le lettere che ci minacciano. Ma non ve n'è una la quale infine non c'incarichi di domandare qualche cosa o di fare qualche istanza presso dei ministri! Il deputato è il domestico naturale la serva ad ogni occorrenza dei suoi elettori!
Sprazzi di sole in fiotti di uragano. Lugubre certo è la mia. Nondimanco però, sia vera, sia falsa la mia scienza, non posso, santo padre, restarmi dal rivelarvi che essa della vostra persona mi detta che... Che cosa! parlate pur liberamente, dice Gregorio. Si, pontefice, sclama la donzella: vivrete Cesare, morrete Mario!
Ah... ci sei... ti ho afferrato!... diceva quella voce. Calerai con me al fondo!... Guarda che negri fiotti!... No... non è acqua... è sangue... sangue... sangue! È il lago d'averno questo.... giù, giù... giù con me... traditore infame... giù boja! Vedi?... l
Lo sposo, gittandosi rapidamente sulla dispettosa, sommove tanto i fiotti, sì che questi gli nascondono anche gli occhietti semichiusi e trepidanti. Poverino! Egli caccia sotto le mani e solleva su la personcina. Lei, la bellissima, tosse infantilmente, mostra il seno commosso, e sorride spaurata, tra il gocciare dei capegli e delle mani tersissime, giunte in atto di chi ringrazia.
Nella grande stanza deserta, il sole d'agosto entrava a fiotti dalle vetrate senza tende, e gli armadii intorno sapevano di resina, e i mosconi ronzavano contro i cristalli mentre lo stridio non interrotto delle cicale sembrava arrecare su dalla valle il saluto trionfale della terra feconda.
Di tutti gli spettacoli monotoni, i quali possono accordarsi con la malinconia d'un pensiero dominante, è questo certamente il più acconcio. Passano le acque, si seguono i fiotti: ma questo che seguite con gli occhi non è più quello di prima, eppure vi sembra la medesima cosa. Non dissimilmente la vita umana e le sue molte vicende, chi le guardi nulla nulla dall'alto.
Io non ricordo che in confuso ciò che seguì nei primi istanti; non so dove avessi la testa. Il toro si slanciò contro il primo picador, poi retrocedette, riprese la corsa, e si slanciò contro il secondo; seguì una lotta, non ricordo; di lì a un minuto il toro si slanciò contro il terzo; poi corse in mezzo all'Arena, si fermò e guardò. Guardai io pure e mi copersi il viso colle mani. Tutta la parte dell'Arena che il toro aveva percorso era rigata di sangue; il primo cavallo giaceva in terra, col ventre squarciato, colle viscere sparse; il secondo, col petto aperto da una larga ferita da cui sgorgava il sangue a fiotti, andava qua e l
In questo frattempo, la madre del principe la quale si era rimaritata ad un giovane conte polacco capitò a Roma ed andò ad istallarsi in casa del figlio, verso il Pincio. Tutto al contrario del principe di Lavandall che scansava il mondo la madre lo attirava intorno a lei a grossi fiotti.
Monti pel primo fu condotto a piedi della scala e gli fu ordinato di salire. Uno degli ajutanti lo prese per mano, e lo trasse su. Giunto in cima alla piattaforma, il carnefice lo fece inginocchiare, e posare il collo sul ceppo. Il ferro discese, e la testa spiccata dal busto rotolò sul palco; mentre il corpo informe cadeva dall'altra parte, mandando fiotti di sangue dal collo reciso.
Parlava caldo, serrato, incalzante, a fiotti su fiotti, come il mare, quando cresce a tempesta; qualche volta avendone perfino impaccio alla lingua, che durava fatica a sprigionare la frase.
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