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Aggiornato: 25 giugno 2025
Sandrino scrisse tre altre lettere piene d'ira, di dolore, di minacce, ma a Lalla non fecero nè caldo nè freddo. Ho fatto bene pensava a non fidarmi di quel matto, a non lasciargli nulla tra le mani che mi potesse compromettere. Alla fine poi, perchè tante smanie? Gli ho forse mai lasciato sperare che sarei diventata madama Frascolini? No! No! No! E dunque?
Così vissi per molti anni, sovrano della campagna romana, più di colui che siede al Quirinale, finché i coccodrilli di quella corte astutissima, vedendo che nulla potevano colla forza, ricorsero agli inganni, e quella buona lama del cardinale A.... mio degno parente, che Dio maledica, contribuì più d'ognuno alla mia cattura, avendo io avuto la debolezza di fidarmi a lui.
Io non l'ho veduto, rispose il guerriero, ma ho parlato quest'oggi con un arabo che veniva dal sud. Egli l'ha non solo visto, ma gli ha anche parlato. Posso fidarmi delle parole di quell'arabo? Dan
Io mi sono sbagliato! Io sono stato un asino a fidarmi! Ad accettare la firma del Direttore! continuava il Brunetti gridando. Se io non facevo presto a pagare, avevo la cambiale protestata; ero compromesso, rovinato!... Sono cattive azioni!... È una vergogna! Ma questa volta o mi paga, o mi vendico! e il pover'uomo, s'infuriava anche di più perchè lo lasciavano dire senza troppo inquietarsi.
Parla... chiedi pure rispose il birro, tutto inuzzolito. Son pronto a fare tutto quello che vorrai... Credeva che finalmente gli si offrisse l'occasione di chiarire i suoi dubbii: invece la ragazza gli tendeva un'insidia. Posso fidarmi di voi? Come ti saresti fidata di tuo fratello... del tuo povero fratello! replicò Lucertolo con molta seriet
ESSANDRO. Ho adesso quell'istesso animo, che ho avuto per lo passato, di fidarmi nella tua fede; né mi parrebbe aver compita felicitá, se non ne facesse a te parte. PANURGO. Dite, ché forse ci troveremo rimedio. ESSANDRO. Gerasto... PANURGO. Che cosa Gerasto? ESSANDRO.... ha pur... PANURGO. Che cosa ave? ESSANDRO.... dato... PANURGO. Bastonate a voi, forse? ESSANDRO. Volesselo Iddio!
ESSANDRO. Col fidarmi di costei, ho fatto duo buoni effetti: toltomi dinanzi lei, che era la maggior nemica che avessi in questa casa, e adesso, come consapevole, mi aiutará con la sua fígliana. CLERIA giovane, ESSANDRO. CLERIA. Fioretta mia, fatti piú in qua, che non m'oda mia madre che sta nell'anticamera. ESSANDRO. Eccomi, signora mia.
CINTIA. Mitieto, quando arai intesi i miei guai, a te dispiacerá di avergli intesi e a me d'avergli raccontati: però per tôrre all'uno e all'altro questo travaglio sará meglio ch'io taccia e soffrisca. MITIETO. Manifestate il vostro male, ché l'infirmitá conosciuta si può rimediare, ma la taciuta va sempre di male in peggio. CINTIA. Dimmi, posso fidarmi io di te?
Mi affido senza dubbio all'onor vostro, ma posso io fidarmi egualmente del vostro coraggio? Credete voi di poter resistere alle preghiere di un amante corrisposto, che, nel suo dolore, vorr
Non vale la pena ch'io vada fino laggiù. Ti faccio perdere un tempo enorme. Che dici? Sai, ora non ho più bisogno di lavorare per dieci ore al giorno. Ho un procuratore di cui posso fidarmi. Entra GIULIETTA, prende il vassoio del caffè e lo porta via, passando pel salotto da pranzo. Non dovevi parlare d'affari con quell'avvocatino che era qui? Col Pucci? No. Perchè? Credevo.
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