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Aggiornato: 27 giugno 2025
Scrivevo lunghe tirate di versi da perdere il fiato, volavo all'empireo sull'ali dell'iperbole, vedevo gli uomini al basso piccini piccini che si raggiravano come formiche intorno al formicaio, e la mia elevazione mi lusingava di giungere agli astri. Finalmente finito, corretto, messo in netto, declamato nella solitudine della mia stanza, il mio Lucchino Visconti mi parve un capolavoro.
Il sole inclinava all'orizzonte, lento. Una polvere d'oro impalpabile fluttuava nell'aria quieta sul nostro capo. La terra umida aveva un color bruno vivace, un aspetto di possanza tranquilla, quasi direi una pacata consapevolezza della sua virtù. Dalle glebe saliva un fiato visibile, simile a quello spirante dalle narici dei buoi.
Ciò detto, il nostro personaggio ricolse il fiato. L'aveva finalmente dato fuori, quel che gli pesava sullo stomaco! Il priore stette alcuni minuti secondi senza rispondergli. Lo guardava sempre in viso, ma non più con quell'aria di curiosit
Lucia, scossa nell'annichilimento, si tirò presso il tavolino, aperse la cartella, preparò un foglio di carta e scrisse d'un fiato: Mia cara Lena,
2ª Gli strumenti a fiato quali: il ugáv organo; lo sciofar del quale abbiamo parlato lungamente nei mesi precedenti; aghil flauto; la hhazozer
«Faccio subito le pratiche per entrare in convento! mormorò la giovine con il fiato mozzo dall'emozione.
Quella isoletta riassume tutta la grazia vana e passatista di Vienna. Il mio spirito, affondando nelle allucinazioni fra le due colate di corpi e puzzi avvelenanti, teme la pazzia. Dove sono i Venti italiani e le loro furenti scope salutari? Un dolce fiato inodoro mi risponde. Sento che un Vento italiano si è insinuato nella valle.
Sotto il lume, agguantata al collo della bottiglia, la sua mano tremava come per impeto di sangue pulsante: sul dosso vi rigurgitavano le vene enfiate e le dita unte e vellose, terminate da unghie rose e piatte, lucevano del recente contatto della vivanda. Un alito impuro emanava da quella stanza e dai suoi abitatori, come un fiato di anime e di materie corrotte.
DON FLAMINIO. Prendi fiato; se non, che farai perdere il fiato a me. LECCARDO. Per la soverchia stanchezza mi sento morire. DON FLAMINIO. Dammi la nuova prima e mori quando ti piace. LECCARDO. Quanto ho piú voglia di dire, manco posso. DON FLAMINIO. Dimmelo in una parola.
E guardava nel suo grembo la libellula; trattenendo il fiato, colle braccia aperte e gettate indietro per non spaventarla, tutta invasa, tutta tremante di una dolcissima confusione, immota, ma con un battito interno che le gonfiava il seno. Allora una parola ch'ella non aveva mai pronunciata da sola, una parola dei libri santi, una parola del Vangelo le salì improvvisamente alle labbra.
Parola Del Giorno
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