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Aggiornato: 22 giugno 2025
E in tale senso il più grande reo in Italia fu Giuseppe Ferrari, che scrisse sinanco la Filosofia della rivoluzione e che invece di essere tradotto sullo sgabello degli accusati, venne innalzato agli onori del Senato, non ancora prostituito. Nel De Felice non solo si volle colpire il rivoluzionario, ma anche colui, che non ha fede nel parlamentarismo.
Espressioni di G. Ferrari nel primo discorso contro il Trattato di Commercio! Guai! anco a cui tra loro non doma perfino una aurora boreale d'intelletto italiano!
Il dramma di Ferrari risponde: No. Il dramma di Ferrari possiede delle caricature e dei personaggi, ma non ha caratteri. Marianna è un personaggio, Enrico è un personaggio, il giovane serio è una caricatura, il vecchio freddurista è una caricatura; nessuno di questi può essere innalzato alla qualit
Per quanto con Ferrari si facessero continuamente gite di caccia, pure la monotonia di questa vita ci stancò, e non sapendo ancora quando si potrebbe definitivamente partire per l'Abissinia, pensammo intanto di andarcene a fare un'escursione nel paese dei Bogos.
Sinistra. Principali divisioni di essa. Suoi caratteri generali. Suoi intendimenti Capi presuntivi. Ferrari, Guerrazzi, Mazziniani, Saffi. Gli oltramontani. Ondes-Regio, Amari, Ugdolena. I dottrinari. Allievi. Il gruppo della Perseveranza. Visconti-Venosta, Massarani, Guerrieri-Gonzaga, Finzi. Gl'indipendenti.
E voi Don Barnaba, non ricordate, si vede benissimo, delle due bisaccie di Socrate. In quella davanti noi teniamo i difetti altrui, in quella di dietro, i nostri, e Balena eccitato continuò: ¹ Ferrari La Satira e Parini.
Socci, Ferrari, Prampolini ed io, ribadimmo l'assunto del Badaloni; lo confermò Franchetti, che disse l'antagonismo tra le varie classi sociali antico e fatale. Ma le classi dirigenti e la grossa borghesia sono meritevoli di odio? Basta rammentare le parole di Crispi, riportate avanti, ch'egli pronunziò a Palermo nel 1886, in una riunione di operai...
Rivedo questo bel paese, lieta memoria del mio primo viaggio in Oriente, e subito ritrovo qualche buon amico con cui passo un pajo di giornate, e il 28 parto pel Cairo, dove da una settimana si trovano Matteucci e Ferrari, due dei compagni di viaggio: conoscevo gi
Bastano questi soli dati, anche transigendo dai meriti eminenti dei citati lavori, per riconoscere nel Ferrari un vasto intelletto di pensatore, di scrittore e d'artista. L'ultimo lavoro di Paolo Ferrari deroga molto da questi dritti principii.
Il conte di Cavour era l'oratore più logico del Parlamento. Il suo posto è ora a prendere, Buoncompagni è il più linfatico. Ferrari il più largo ed il più paradossale. Ondes-Reggio lo più dottrinario. Brofferio lo più drammatico. Massari il più cortese, il più verboso, e sovente il più vuoto. Mamiani il più amplificatore. Chiaves il meno avvocato fra gli avvocati. De-Blasiis il più ristucchevole. Mancini lo più monotono per dispiacenza di voce. Pisanelli e Conforti li più teatrali. Il Minghetti il più elegante nella forma italiana. Lo più scorretto, ma il più aggressivo e il più pieno di fatti, il mio vicino Mellana. Lo più bisbetico è Boggio, cui annoiano molto i lettori ed i scrittori di giornali. Boggio parla, e chi scrive di qua, chi legge di l
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