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Se i socialisti, i sobillatori, i Fasci non generarono l'odio di classe, che trovarono bello e preparato da anni e forse da secoli, non può dirsi neppure ch'essi furono gli agenti diretti, determinanti degli ultimi moti. Che non lo furono fu sostenuto da Badaloni, da Altobelli, da Comandini, da me. L'ottimo Farina si stupì, si meravigliò altamente degli on.

Si comprende del pari che io che da vero sobillatore, molti anni or sono avevo riprodotto questi giudizî del Damiani, dalle forti tinte, mi sia trovato perfettamente di accordo coll'amico carissimo Badaloni; ma importa di più il conoscere che il forte disagio economico venne ammesso da molti altri, che militano in partiti avversissimi al socialista: dall'on.

Sono essi, che hanno calunniato la borghesia e che hanno generato l'odio di classe? Badaloni prende il volume dell'Inchiesta Agraria del Damiani e mostra che l'odio di classe è antico e produsse le manifestazioni del 1848 e del 1860 di quella popolazione, che lo stesso on. Crispi chiamò sobria, schiava della fame e del lavoro.

Si comprende che su di esso abbia insistito un socialista come il Badaloni, che opportunamente ricorda che le stesse cause economiche, le quali secondo Massari, Castagnola e Villari produssero il brigantaggio, cagionarono i moti di Sicilia. Egli con sintesi mirabile espose le risultanze della Inchiesta agraria il cui volume sulla Sicilia porta, come si sa, la firma dell'on.

Socci, Ferrari, Prampolini ed io, ribadimmo l'assunto del Badaloni; lo confermò Franchetti, che disse l'antagonismo tra le varie classi sociali antico e fatale. Ma le classi dirigenti e la grossa borghesia sono meritevoli di odio? Basta rammentare le parole di Crispi, riportate avanti, ch'egli pronunziò a Palermo nel 1886, in una riunione di operai...

La più mite e legale illazione di questo canone rettissimo di diritto costituzionale la trassero gli on. Prampolini, Badaloni, Ferri, Agnini e Berenini i quali più rispettosi delle leggi che coloro i quali se ne dicono i custodi proposero alla Camera dei Deputati di porre in istato di accusa il ministero presieduto dall'on. Crispi, che aveva violato la Costituzione.