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Aggiornato: 17 giugno 2025
Mi pare uno strano modo di rompere un legame quello di riannodarlo... Il Ferpierre aveva parlato rivolto al principe. Mentre questi restava muto e confuso, la giovane rispose: Vi stupite che nel punto di lasciare per sempre una persona gi
In forza di tale ragionamento il Ferpierre volle tentare una prova. Egli pensò di richiamare successivamente i due accusati per dire a ciascuno che tutti i sospetti pesavano oramai sull'altro; dal loro contegno avrebbe forse potuto trarre qualche prova della verit
Entrambi, da principio, avevano risposto al singolare, quando naturalmente avrebbero dovuto dire: «Accorremmo.» Il Ferpierre dava un certo peso a questo fatto, parendogli di poterne dedurre che i due non erano insieme come asserivano. Ma chi era presso la contessa? Chi mentiva? Su chi rivolgere i sospetti? Rammentate quando la defunta comprò quell'arma? La vinse a una lotteria tempo addietro.
Avevo parlato con lui, veramente, ed a lui toccava rispondere... osservò il Ferpierre con un'ambigua mossa del capo, come insospettito dallo zelo della donna.
Allora il Ferpierre tornava a misurare le probabilit
Queste supposizioni parevano al Ferpierre verisimili. E l'accusa del Vérod ne restava sempre più infirmata. Se il principe amava la nihilista, i suoi rapporti con la contessa non erano tale ostacolo da spingerlo a ucciderla. Il ribelle per cui la legge coercitiva non aveva valore, poteva sentirsi legato da uno scrupolo tutto morale? In realt
I fiori, la data aggiunta a quelle parole fecero argomentare al Ferpierre che accennassero a qualche avvenimento più degno di nota, che la contessa attribuisse loro una speciale importanza. Continuando a leggere egli trovò un altro passaggio sul quale s'arrestò più lungamente. La morta non esprimeva un suo proprio pensiero, trascriveva ancora una volta da un libro: «Nulla contribuisce tanto al disgusto della vita quanto un secondo amore. Il carattere d'eternit
Tale era l'uomo che Roberto Vérod accusava di aver ucciso la contessa d'Arda. È costui capace d'aver commesso l'assassinio? domandava il Ferpierre a sè stesso; e contrariamente all'opinione di Giulia Pico rispondeva: È capace!
«Non dimentico nulla. Queste sono state le sue precise parole. Egli ha ragione. Fuori di qui non c'è altro....» E il Ferpierre, nonostante la sua lunga assuefazione allo spettacolo del dolore, si sentiva commuovere pensando come dovesse essere amaro lo strazio della credente.
Il Ferpierre fu costretto al silenzio non tanto dalla discrezione quanto da un insolito turbamento. Egli era venuto ad istruire un processo, ed assisteva frattanto ad un dramma. Lo spettacolo delle passioni gli era abituale, ma il caso lo metteva ora di fronte a un'anima cui lo legavano i ricordi della giovinezza improvvisamente destati. Chi gli stava dinanzi non era soltanto l'antico compagno col quale aveva altra volta discusso, ma anche uno del più chiari ingegni del suo tempo. La natura di quell'ingegno non gli aveva ispirato simpatia; ma, se pure egli non avesse ora scoperto che l'uomo somigliava poco allo scrittore, la stessa rivalit
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