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Aggiornato: 6 giugno 2025


Montaner. cap. 118. Cronaca di Parma, in Muratori, R. I. S., tom. IX, pag. 812. E la più parte degli altri contemporanei, che dicono il fatto senza i particolari. Il giorno della battaglia è confermato da molti documenti, tra' quali citeremo una lettera di Carlo I al papa, data il 9 giugno 1284, pubblicata dal Testa, nella vita di Federigo II re di Sicilia, docum. 2.

In sul paese ch’Adice e Po riga, solea valore e cortesia trovarsi, prima che Federigo avesse briga; or può sicuramente indi passarsi per qualunque lasciasse, per vergogna di ragionar coi buoni o d’appressarsi.

E quel che vedi ne l'arco declivo, Guiglielmo fu, cui quella terra plora che piagne Carlo e Federigo vivo: ora conosce come s'innamora lo ciel del giusto rege, e al sembiante del suo fulgore il fa vedere ancora. Chi crederebbe giu` nel mondo errante, che Rifeo Troiano in questo tondo fosse la quinta de le luci sante?

Molti dei fatti siciliani fin qui raccontati succedevano contemporanei a quelli di Lombardia che ora siamo per raccontare; ma a noi piacque separarneli, perchè possono stare divisi, perchè ordinati disgiuntamente fra loro rappresentano un quadro molto meglio importante. Torniamo adesso a parlare di Federigo.

Papa Alessandro, rifuggito in Francia, era stato richiamato, e tornò a Roma aiutato dal re di Puglia Guglielmo I; a cui succedette Guglielmo II detto «il buono», contrario naturalmente, come tutti i predecessori, agli imperatori. Finalmente fece Federigo la sua quarta discesa per Val Camonica e Brescia, impedito che gli era il passo solito del Tirolo dalla lega veronese.

Io dirò: "Federigo, ti ricordi di Viareggio?". Ed io mi turberò, sospirerò, farò un atto di rimpianto.

Genova e Pisa, poc'anzi pacificate per forza dall'imperatore, conteser di nuovo per la Sardegna; e Federigo concedettela con titolo di re a un Barisone, che rimase poi parecchi anni prigione, per debiti, de' genovesi. Ma col 1164 incominciano i begli anni di questa bella guerra, gli anni delle confederazioni e della meritata fortuna.

, o signora, esclamò Federigo, con accento drammatico, turbiamo l'onesta coscienza di quest'uomo.... Scandalizziamo addirittura. Noi ci amiamo, noi siamo due esseri colpevoli e felici, in procinto di fare una tragica colazione, mangiando la costoletta del disonore e bevendo il vino del tradimento... Signora, noi rotoliamo in un abisso... Senza fondo.... Noi potremo essere sorpresi.

Cosí pressato, questi conchiudeva un nuovo trattato, per cui anche Sicilia era abbandonata all'Angioino. Ma sollevaronsi i siciliani, gridaron re Federigo fratello minore dell'Aragonese; e il sostenner poi generosamente, fortissimamente in lunga guerra contra Napoli, Francia, ed Aragona stessa.

In sul paese ch’Adice e Po riga, solea valore e cortesia trovarsi, prima che Federigo avesse briga; or può sicuramente indi passarsi per qualunque lasciasse, per vergogna di ragionar coi buoni o d’appressarsi.

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