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Aggiornato: 3 giugno 2025


Entrato nell'aula, ritrovai non molti senatori avermi preceduto, e fatti i consueti offici d'urbanit

I partiti che più sopra ho tentato di dipingere, scindevano anche i membri stessi del governo e del senato. Il duca di Lodi, i conti Paradisi, Vaccari e Prina, il conte Veneri, presidente del senato, e molti altri de' principali personaggi erano schiettamente additti all'ordine di cose allora esistente; ma il maggior numero dei senatori entravano a parte delle speranze e dei desidèri dei partiti che tenevano il di mezzo fra gli Austriaci-puri e gl'Italici. Credettero questi di giovare alla patria cospergendo di triboli e d'ostacoli la perigliosa via per la quale il governo franco-italico vacillante incedea. Essi pure preparavano, a propria insaputa, il trionfo dei fautori di Casa d'Austria; ma per quanto avversi fossero al governo esistente, si conduceano però, nel consesso di cui faceano parte, con un po' di quel pratico senno ond'erano dotati, e sopratutto con quello spirito di moderazione che dovea dispiacere a que' violenti ed irragionevoli che componeano per la massima parte le fazioni austriaca, liberale, muratista, ec., poste al di fuori del governo. Videsi di fatti, poco poi, quell'istesso senato che ricusava di chiedere alle potenze alleate per re d'Italia il vicerè, fatto segno alle invettive della plebaglia, e disciolto colla forza da essa, qual colpevole di abbietti sensi, e di servilit

E si chiuse nelle sue stanze, risoluto di lavorare. Avrebbe desiderato di vedere il medico, per sapere qualche cosa della povera Biancolina; ma volle resistere a quel desiderio morboso, non amando lasciarsi vedere in paese. Sapessero poi, o non sapessero, ch'egli era tornato; l'essenziale era di non mettersi in mostra, e di poter dire più tardi dei fatti suoi quel che gli fosse piaciuto. Del resto, se lassù credevano ch'egli fosse in paese, tanto peggio per chi gli aveva usato villanìa: si sarebbe capito, dopo tutto, ch'egli aveva dovuto provvedere in qualche modo, fosse pure con una bugia alla tutela della sua dignit

Cotesto è forse pel loro meglio; imperocchè, fatti più dimestici con le antiche storie e con le forti schiatte vissute prima di loro, avrebbero troppa ragione di arrossire.

Nel secolo susseguente vissero due poeti, le opere dei quali lasciano apparire giá alcuni progressi fatti dalla lingua. Don Gonzalo de Berceo e Giovanni Lorenzo Segura, l'uno nelle sue poesie sacre in versi alessandrini, l'altro nel suo poema De Alexandro magno, superarono anche di qualche grado l'arte del cantore del Cid.

Rientrati in casa, ci sedemmo come la sera innanzi, ai due lati del tavolino. Riepilogavamo in brevi frasi interrotte i discorsi fatti. Mi ricordo di averle detto: Io compiango quel povero giovane che s'innamorer

82 Quivi ad alcuni giorni e fatti sui, ch'egli gi

Ma sono fatti storici evidentissimi, che l'imperio fu primamente e lungamente de' romani e degli altri italici; che la civiltá fu primamente, lungamente, esclusivamente tutta italica; e che, se alquanto del sangue de' signori italici si mescolò con quello de' sudditi occidentali, mescolatisi poi l'uno e l'altro col sangue germanico, quel sangue signorile non si mescolò in Italia se non una volta sola col sangue nuovo germanico.

Fatti que' pochi passi ch'ei volle, con gran rispetto come camminasse su l'ossa dei morti; si volse a un tratto al compagno, e con voce commossa, gli disse: «animo, animo! che tutto questo è nullaPoi lo prese per un braccio, lo fece girare tre volte sopra stesso, e colla mano tesa gli segnò intorno l'infinito tenebroso, soggiungendo cupo: «Siamo in mezzo a tre vescovadi: Mondovì.... Albenga... e Savona

Ai nidi fatti di musco e di amore, Palpitanti tra i folti alberi in fiore, Pieni di trilli, pieni D’infanzia e d’innocenza;

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