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Aggiornato: 12 maggio 2025
È una vera fatalit
D'Angalone, a cui quella dottrina della fatalit
Ma t’annoda pei polsi una catena, Ti circonda la bruma, E la vita ti rode e t’avvelena L’inutile desir che ti consuma. Fatalit
Ma non ero più padrone di me. Non avevo che un pensiero intorno a cui i sensi vibravano e lo spirito si travagliava: l'imminenza di quell'ora, la certezza infallibile, la irrevocabile fatalit
Quattro giorni fra il martedì e la domenica, quattro giorni lunghi, eterni, febbrili, deliranti, in cui ad ogni minuto la duchessa Emma si pentiva di quel convegno, decideva di fuggire, si vestiva, poi ristava indebolita, vinta, incapace di rinunciare all'amore. Quando vide partire suo marito per Nizza una fatalit
Allora il duca imaginava i due uomini, armati, scagliarsi l'uno contro l'altro; vedeva il sangue scorrere, e un tremito nervoso gli passava per tutto il corpo. Il sangue ed il pianto!... L'eterna vicenda ricominciava ancora una volta; e quale fatalit
E tornava a passeggiare. Ma il mezzo è detestabile, esclamò poi, ma è tale che nelle vie della legge, per chi n'è l'autore, son preparate la corda e la galera... e in una tale circostanza, e in tali relazioni, e in tal luogo... la cosa diventa più seria che mai... Se dovessi obbedire a quel turbamento, a quel tremore insolito, da cui sono assalito in questo punto... non dovrei far altro che dare alle fiamme tutte queste carte, e non pensarci più e uscire di qui e prepararmi a sopportare la taccia di scimunito piuttosto che quella di ribaldo.... O uomini ricchi, e indipendenti dall'impero del bisogno, e che, standovi a dondolare non avete che bestemmie per chi si trova in condizioni pari alla mia, venite a vedere a che tormentose lotte ci troviamo costretti quando l'onnipotenza delle circostanze ci stringe alla gola!... Egli è vero bensì, che s'io dicessi al Morone di provvedere al mio mantenimento, giacchè egli stesso m'ha tirato in Roma... forse lo farebbe... Ma è una fatalit
Conchiudiamo dunque: che camorristi erano i due fratelli di Giovanna e camorrista essa stessa (per poter vivere), dicevano, ma in sostanza trascinati in quella cloaca, dalla fatalit
Io vado a ricevere l'accelerato. Un treno sopravveniva infatti dall'altra parte della linea, dove nessun ostacolo si era frapposto; e Bertini domandava tra sè per quale fatalit
Sia quel ch'esser si voglia, questa situazione era penosa per tutt'e due, ed era intollerabile in particolar modo a Roberto, che ne comprendeva meglio i pericoli. Che la lettera di Cipriano avesse pronosticato il vero? Che realmente egli fosse destinato a far la rovina d'un'altra persona, e proprio di quella che meritava su tutte di esser felice, e pel cui bene egli avrebbe con entusiasmo sparso il suo sangue? Era dunque una fatalit
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