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SAMIA. Tu te ne ridi? FESSENIO. , io. SAMIA. Egli è 'l vangelo. FESSENIO. Eh! eh! eh! che sète matte! SAMIA. Tu mi pari una bestia. Cosí è, se tu vuoi o se tu non vuoi. Fulvia l'ha tócco tutto e trovatolo femina; e del solito non gli è rimasto se non la presenzia. FESSENIO. Ah! ah! E come fará, adunque? SAMIA. Tu nol credi e però non tel vo' dire. FESSENIO. , fo, per questa croce.

Certo niuna altra cosa, se non che per giunta del male che m'avrá fatto, mi fará disiderare di tornare in quello, onde m'ha tratto; il che assai spesso veggiamo addivenire a' piú, li quali o per uscire o per essere tratti d'alcune fatiche, ciecamente o s'ammogliano o sono da altrui ammogliati; prima s'avveggiono, d'uno viluppo usciti, essere intrati in mille, che la pruova, sanza potere, pentendosi, indietro tornare, n'ha data esperienza.

che si conclude che in tanto il trafico grande fará il predetto effetto, in quanto sará nel loco a rispetto delle robbe d'altri paesi per altri paesi, e cosí de' negozi, e non a rispetto di esso medesimo; che fa il contrario effetto.

Pero` mira ne' corni de la croce: quello ch'io nomero`, li` fara` l'atto che fa in nube il suo foco veloce>>. Io vidi per la croce un lume tratto dal nomar Iosue`, com'el si feo; ne' mi fu noto il dir prima che 'l fatto. E al nome de l'alto Macabeo vidi moversi un altro roteando, e letizia era ferza del paleo.

E, stando le cose nell'essere che si trovano, non si fará mai altro che fondere e rifondere oro ed argento coniato, per riconiarlo in altre monete, con infinito consumamento di ferramenti, rami e piombi per affinarlo, e carboni, cruggiolli e molte altre cose simili, che sono tutte spese inutili e dannose, e che si leverebbono via osservando gli ordini del Discorso.

E non succederá piú il disordine, che solea accadere, del non trovarsi or monete d'oro e or d'argento per contracambiare; ma, servando questi ordini, ben se ne potranno aver in ogni tempo, non solo da chi ne fará professione di cambiare, ma anco da altri.

Me ne andrò alla casa di Pardo; e li manifesterò un fatto, che li farò sborsar molte migliaia di scudi; e so che cavandosegli quei scudi di mano, li fará peggio che se li cavasse il fegato, il polmone e il core. Forse che gli rincresce, all'assassino, del mal fatto? o viene a darmi qualche buona parola per sodisfazione e acchetarmi? Mira in che stima mi tiene!

RONCA. Questa volta i discepoli hanno saputo piú che il maestro: noi giovani t'insegniamo a te che sei vecchio d'anni e d'inganni. ASTROLOGO. Mi date licenza che vi dica una parola? RONCA. Dinne cento, ché noi siamo piú tuoi che tu del diavolo. ASTROLOGO. Questa vostra impietá mi fará divenir uomo da bene. ARPIONE. Non può essere che tu facci tanto torto alla forca che ti aspetta.

Che fará, in questo stato di cose, quel principe? Se vuol ridurre alla primiera valuta le monete, quando non sia in principio del disordine, trova difficilissimo il ripiego.

Oltre di ciò, che credete voi qual quantitá debba poi essere maggiore: quella dell'oro o argento che il detto principe fará cosí monetare a sue spese, o quella ch'egli riceverá delle sue entrate? Senza dubbio mi direte che sará assai maggiore e di gran lunga quella delle entrate.