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Aggiornato: 30 settembre 2025


Le considerazioni della Rivista d'Edimburgo intorno al poema di Dante mi sembrano lodevoli, come appare dal complesso del presente articolo. Ma, senza derogare al merito loro, crederò di far cosa grata a chi non avesse letto il libro del signor Sismondi sulla Letteratura del mezzogiorno d'Europa, dando loro in altro numero del Conciliatore un breve estratto della sua analisi della Divina commedia. Il signor Sismondi, mi sia lecito il dirlo, vide in quel poema un altro elevato concetto; e ve lo vide con rara profonditá di raziocinio, potenza di sentimento e tale felicit

Poco dopo comparve lo zio Giacomo, che veniva rapidamente a loro con una lettera in mano. Era una lettera di Nino; e l'ira dello zio Giacomo non aveva limiti. Nino era un mostro, era uno scemo, era un cretino, era un imbecille e figlio di imbecille!... E Valeria era una stupida e insensata creatura, che avrebbe potuto trattenere Nino e tenersi Nino e sposarsi Nino perchè Nino era un angelo e nessun marito avrebbe potuto essere più angelo di lui; e ora invece quel triplice estratto di insensata imbecillit

Insomma al pari di Paolo IV in tutto impetuoso, eccessivo, e senza un briciolo di prudenza; onde il sagace Tiepolo riferendo di lui al senato di Venezia dice: «spesse volte nel dare rimedio a qualche disordine incorre in altro maggiore, procedendo massimamente per via degli estremiChi ha vaghezza di conoscere più addentro di lui può leggere il suo catechismo catolico romano; a me non è concesso metterne quì anco uno estratto; chi si piglier

Per ovviare a questo inconveniente, dispose fra le due bocche un mattone, ed estratto da uno dei barili un pugno di polvere, la seminò su quel mattone in modo che servisse di strada da una bocca all'altra. Toccò di nuovo i barili, si assicurò che fossero ben disposti, che la polvere di ognuno d'essi si congiungesse a quella del mattone. Ed ora, pensò, mi protegga Iddio!

Di tutto questo, o caro lettore, lascio a te l'ulteriore considerazione. Io scendo dall'Ippogrifo; tu, se ti aggrada, puoi continuare la volata. Messo t'ho innanzi, omai per te ti ciba. Estratto dalla rivista Natura ed Arte, Anno XIX, n° 1,1° dicembre 1909

Giunti in camera, egli disse a Lamperth: Tant'è, il morire è lo stesso che farsi estrarre un dente; dal momento che ci duole e che deve essere estratto è meglio che ciò avvenga presto che tardi; e giacchè voi mi dite che questo è un paese di accattabrighe, io conto di tentare in questa sera medesima qualche cosa di decisivo.

Non c'è altro da fare in questo frangente, che raccomandarsi alla sorte, esclamò Giulia. Era sempre lei quella delle proposte. Mettiamo tutti i nostri nomi in un'urna, come nel Ballo in maschera, e il primo estratto diventer

Lucrezia, imitando lo esempio della figliastra, dispose anch'ella di parecchie cose in beneficio dell'anima sua non meno che dei parenti, come si legge nello estratto del Giornale della confraternita di San Giovanni decollato in Roma.

Il re senza informarsi di nulla diede il suo assenso, ed Amano giubilante estrasse colla sorte il giorno da stabilirsi per la distruzione degli Ebrei. Il numero estratto segnò il giorno tredicesimo del mese duodecimo.

Nonostante tutto ciò che è stato estratto dal secolo XV ad oggi, si può affermare con sicurezza che nel seno di Roma innumerevoli tesori aspettano la bacchetta magica che li porti alla luce.

Parola Del Giorno

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