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Aggiornato: 29 maggio 2025
Giunti in camera, egli disse a Lamperth: Tant'è, il morire è lo stesso che farsi estrarre un dente; dal momento che ci duole e che deve essere estratto è meglio che ciò avvenga presto che tardi; e giacchè voi mi dite che questo è un paese di accattabrighe, io conto di tentare in questa sera medesima qualche cosa di decisivo.
E poichè ho nominato Alonso Cano, nativo di Granata, uno dei più valenti pittori spagnuoli del secolo decimosettimo, che sebbene discepolo della scuola sivigliana piuttosto che fondatore, come altri vorrebbe, d'una scuola sua, non è meno originale dei suoi più grandi contemporanei; voglio metter qui alcuni tratti della sua indole e della sua vita, poco conosciuti fuori di Spagna, ma singolarmente notevoli. Alonso Cano fu il più accattabrighe, il più iroso, il più violento dei pittori spagnuoli. Passò la vita litigando. Era ecclesiastico. Dal 1652 al 1658, per sei anni consecutivi, senza un giorno d'interruzione, litigò coi canonici della cattedrale di Granata, della quale egli era ragioniere, perchè non voleva, giusta i patti stipulati, diventare suddiacono. Prima di partire da Granata, spezzò colle sue mani una statua di sant'Antonio da Padova, che aveva fatto egli stesso d'incarico d'un auditore della Cancelleria, perchè costui si permise di osservargli che il prezzo che gliene domandava gli pareva un po' caro. Nominato maestro di disegno del principe reale, che, a quanto pare, non era nato col bernoccolo della pittura, lo aspreggiò in tal maniera, che lo costrinse a ricorrere al Re per esser levato dalle sue mani. Rimandato, per una grazia speciale, a Granata, presso il Capitolo della cattedrale, serbò così profondo il rancore degli antichi suoi litigi con quei canonici, che in vita sua non volle più dare una pennellata per loro. Ma questo è poco. Nutriva un cieco, bestiale, inestinguibile odio contro gli ebrei, e s'era ficcato in capo che il toccare in qualunque modo un ebreo o un qualsiasi oggetto stato toccato da lui, gli dovesse recare sventura. Con questa fissazione fece le più strampalate stravaganze del mondo. Se passando per la strada urtava in un ebreo, si levava issofatto il vestito infetto, e tornava a casa in maniche di camicia. Se per caso riusciva a scoprire che, lui assente, un servitore aveva ricevuto un ebreo in casa sua, cacciava il servitore, buttava via le scarpe colle quali aveva premuto l'impiantito profanato dal circonciso, faceva disfare e rifare, qualche volta, persino l'impiantito. E trovò modo di litigare anche morendo. Essendo ridotto in fin di vita, e presentandogli il confessore un crocifissaccio fatto coll'accétta perchè lo baciasse, egli lo spinse in l
Eh si... Abbiamo avuto anche qualche battibecco insieme... come, del resto, io ne ebbi con quasi tutti... Ero un po' accattabrighe. Un poco! esclamò con un sogghigno; mi pare anzi...
Pensa e ripensa, cammin facendo, gli sovvenne d'un certo Tizio, capo scarico e accattabrighe per la pelle, col quale avea fatto conoscenza un mese addietro alla birreria di Valdocco.
Si guardi all’indole siciliana e alla sua avversione a qualsivoglia prepotenza, alla naturale inclinazione a litigare anche per un nonnulla (Pri un granu si fa causa, dice un proverbio), all’indomabile passione di stravincere vincendo: si tenga presente l’amore che il palermitano nutre per i processi, ed il carattere suo inconciliabile²⁸³: quella specie di rassegnazione di ogni isolano a perdere, non per pacifico accordo, ma per sentenza del magistrato. D’altra parte, si pensi alle malfondate promesse di certi accattabrighe, che facevan vedere di facile vittoria quel che le leggi non potevano consentire, e il trionfo venale di una causa cui la giustizia onesta non favoriva, o piuttosto comprometteva: e si giudichi se non dovessero moltiplicarsi a vista d’occhio i parassiti della societ
Il profilo del villaggio si disegnava debolmente sul fondo bianchiccio del monte: ai due capi opposti il presbiterio e la casa del sindaco: il primo, a spigoli retti semplici, smussati agli angoli da gruppi di piante: ritto in mezzo l'esile campanile tendente al cielo; l'altra tutta a sporgenze, a denti come una immagine di un accattabrighe.
Ecco un uomo che passa in tutta Torino per un accattabrighe, un rodomonte, un uomo senza cuore; ed è buono poi come il pane. Ben altra opinione aveva a farsene l'Ariberti, quando si sentì dire dal suo araldo di guerra che non bisognava far nulla. Si provò a sostenere il contrario, ma Tristano alzò le spalle e gli diede su per giù del ragazzo.
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