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Aggiornato: 13 ottobre 2025
Lo sforzo fatto per abbracciare la genitrice morente aveva, senza dubbio, precipitata la crisi, e la ferita, penetrante vicino alla clavicola, manifestava nell'interno un'emorragia lenta, ma che pur troppo, doveva finire, in termine più o men lungo di ore, per troncare l'esistenza della valorosa eroina dei Mille.
Le inspirava fiducia, ed avrebbe voluto che la stimasse; e senza rifletterci molto, tornò a dire: Ma io non vado a sfidare la morte. Vado a cercarla, o vado a nascondermi perchè ho un gran dispiacere, e non ho il coraggio di sopportarlo. Ecco che eroina sono! E ricacciando il volto nella pezzuola, che era gi
Una parola, un sorriso, un fiore questo è il debito vostro. Eccola felice; eccola rassegnata, rinvigorita alla battaglia. Levate ora gli occhi sulla sua fronte purissima vi si legge un'anima. E se nel vostro seno v'ha tuttavia un altare alla virtù, benedite al tesoro pudico di quell'anima gigante; salutate in essa la vera, la grande, la santa eroina della famiglia.
Sempre più fieramente le rispondeva la nostra eroina, laonde, furioso il prete che vedeva scorrere il tempo senza approdare a nulla tornò alla porta, fece un segno e comparivano in suo soccorso Don Ignazio e Gianni.
Dormiva ora placidamente, con un abbandono dolce e sicuro, con una mano ancora serrata fra quelle di Giuliano. E così noi, nella calma fiduciosa del suo sonno sereno, vediamo per l'ultima volta la nostra eroina, la Duchessa Milla Lantieri dei Principi d'Astianello.
Questo è appena un abbozzo a tratti di lapis della figura di Currita de Albornoz, la trista eroina di Pequeñeces.
Dopo un momento di riposo la nostra eroina cedendo alla vivacit
Questo no! proruppe Vittorio avvicinandosi a Maria, e saltandole al collo per abbracciarla. Cattivo professore! esclamò Giannina, seguendo l'esempio del fratello. È la storia di Maria, dissero Carlo ed Elisa, raggruppandosi tutti intorno alla sorella. Ha ragione, signor professore, è una vera eroina. Vediamo come la pensa Mario, disse Damiati, strappandogli la carta che stava scarabocchiando.
Infatti, lettori, ecco qua un punto per cui la nostra eroina non somiglia a tante altre. Ci sono delle bellezze a cui stanno bene gli ori e le gemme; delle altre, invece, che con questi amminicoli non s'intenderebbero più. Gli antichi Greci diedero i pendenti di tre gocce agli orecchi di Giunone, non agli orecchi di Venere, e meno ancora agli orecchi di Minerva. Certe armonie delicatissime di forma non sopportano frastaglio d'ornamenti; certe sfumature di tinta, pari alle tenerezze giovanili dell'alba, sarebbero oppresse da tutto quel luccichìo di brillanti, che fa un po' troppo ricordare i pendagli cristallini dei lampadarii nelle feste da ballo. Ah, le bellezze di un collo semplicemente vestito del suo candore e della sua morbidezza! Signore mie dolci, seguite il consiglio di un ignorante; lasciate il collare ai cani, agli uomini politici e alle bocce d'assenzio di Neufchâtel. Quanto agli orecchini, pensate che un bell'orecchio piccino e trasparente, vale tutti i brillanti dell'India e del Capo, e che il non averlo neanche forato, come può fin d'oggi dimostrare l'abbandono di una usanza selvaggia, così potr
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