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Aggiornato: 8 giugno 2025


Comparvero gl'inviati di Ludovico e di Giovanna a Roma, davanti a Cola di Rienzo, e la regina si abbassò innanzi al tribuno del popolo, allora padrone di Roma e nello splendore della sua possanza, protestando la sua innocenza, con umili e lusinghiere epistole, accompagnate da ricchi doni. Sottraendosi però alla collera dell'ungherese il quale si avvicinava, si avviò, nel gennaio del 1348, in Provenza, sua propriet

Quella sera Maurizio fece una mezza dozzina di partite a carambolo, perdendole tutte, e la testa per giunta. Ma un vincitore a carambolo, facendo le sue lunghe serie di colpi, non ha tempo modo di guardare dove il suo avversario abbia la testa. Così la sera passò, triste conclusione di una triste giornata. Le giornate, poi, si seguono e non si rassomigliano. La mattina seguente capitò Gisella al Castèu. Veniva in apparenza a prender l'amica, per andare con lei alla predica. Nel fatto, voleva combinare in casa il signor di Vaussana, per domandargli un libro in imprestito; un esemplare del nuovo Testamento, niente di meno. Desiderava di leggere l'evangelio di san Giovanni e le epistole di san Paolo; due autori che il quaresimalista citava spesso e volentieri. Nella libreria della Balma il nuovo Testamento non c'era, e per una buona ragione: per la stessa ragione non c'era neanche il vecchio. Ma oramai non sarebbe più stato così: Maurizio offriva l'uno e l'altro, non gi

Nel r. archivio di Napoli, reg. di Carlo II, segnato 1299-1300, C. fog. 54, a t. Si vegga ancora ciò che dicemmo a pag. 33 per lo imprestito di Arrigo di Castiglia, riferito dal d'Esclot. Saba Malaspina, lib. 6. Capitoli del regno di Sicilia, cap. 23 di re Giacomo. Epistole di Clemente IV a Carlo, in Raynald, Ann. ecc. 1267 §. 4 e 1268 §. 36.

GERASTO. Tutte queste rozze che si prestano a vettura, sono cosí stracche e piene di guidaleschi che ti cascano sotto dieci volte per ora. Che farem dunque di questo matrimonio? PANURGO. Carissime germane, poiché per reiterate epistole trattammo questo matrimonio, venuti ad summum conclusionis, gli venne questa egritudine. GERASTO. Non me ne potevate avisar prima che tòrvi questo travaglio?

Paolo dunque non Pietro fu a Roma mandando innanzi alcuni suoi discepoli, e parenti perchè ammannissero il terreno alla sementa di Cristo. Ai Rom. 16 e 25 «quando S. Paolo era in Acaja scrisse San Luca, che lo accompagnava, il suo Vangelo, e si crede essere quello che San Paolo nelle sue epistole chiama proprio VangeloCom. dell'Arcivescovo Martini.

II, n. 49, ma con errore di data; e in altri libri. Mi è parso pregio dell'opera trascrivere nel docum. V questa epistola, importantissima per l'argomento e per lo stile. Essa fu tenuta in molto pregio in que' tempi, e si trova in molte collezioni epistolari. Avvene una copia nella Bibl. reale di Francia, MS. 4042, ch'è un volume di epistole di Pietro delle Vigne, del card.

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