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Aggiornato: 25 giugno 2025


Il re volle consegnarci una sua lettera da presentare al nostro sovrano ed inviargli in dono due piccoli leoni che aveva ricevuti dal Goggiam e stava addomesticando per tenerli a fianco al suo trono, come altre volte faceva e come è tradizione dei re d'Etiopia, e desiderando dare a noi una sua memoria, ed esserci utili nel nostro viaggio di ritorno, ci mandò in regalo tre mule elegantemente bardate con selle di distinzione che non si possono portare in paese se non date dalle sacre mani di Sua Maest

I fascicoli accuratamente legati in carta rosea, con un grosso numero nero, romano, in cima, si ammucchiavano sullo scrittoio a fianco di un ritratto di Bice, chiuso in una cornice di bronzo inverdito, elegantemente severa nel disegno. Egli sedette sulla poltrona, innanzi alla piccola candela.

Pochi anni dopo, la rivoluzione del 1789 scoppiava. La plebe inferocita sfogava il suo furore da lungo tempo represso su tutto ciò che le pareva colpevole. L'aristocrazia fuggiva, il re era prigione, l'esercito disfatto. Nel decimo giorno circa del furore plebeo un giovane elegantemente vestito si difendeva a stento dalle ingiurie e pur troppo dalle busse dei popolani, e certamente non sarebbe uscito di l

E avanti che io mi rizzassi dalla seggiola, per andargli incontro, egli entrava nel mio studio, con un libro in mano, un gran fiore bianco all'occhiello, vistosa cravatta bleu a fiorellini bianchi, ornata da spilla con grosso brillante, corpetto a colori, calzoni chiari sotto il kraus; elegantemente inguantato, proprio come parecchi anni addietro, quasi giovane come allora, ma con un che di più serio in tutta la persona, non ostante i baffi straordinariamente ritti, o i capelli un po' diradati, pettinati con cura per celarne i guasti sofferti.

Il domani, per tempissimo, quando Loreta, colle tracce in volto di una notte insonne, accingevasi a scendere da Bianca, fu sorpresa dal veder comparire con un fascio di volumi elegantemente legati il servo di Alvise, il quale dicevasi inviato dal conte a portarle i libri ch'ella gli aveva domandato la sera precedente.

Allora si decise coraggiosamente ad aprire uno di quegli usciuoli e cacciarvi dentro la testa. Il signor Pannini? domandò egli. In quello scompartimento c'erano due giovani elegantemente vestiti che discorrevano: uno seduto ad una scrivania, l'altro in piedi accanto a lui.

Imperocchè dopo tutto ci son pure delle care e belle donnine, che hanno una brutta calligrafia e che suggellano le lettere coll'ostia. Il giovine aperse tra rassegnato e curioso quella che gli mandava per allora il destino. Essa incominciava «illustrissimo signor Riberti» che gli fece di scoppio «rizzar le chiome sul crin», come cantò elegantemente un poeta di mia conoscenza.

Parola Del Giorno

s'alceste

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