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Aggiornato: 19 giugno 2025
E la domenica in Duomo? Sempre, sempre passeggiavo sotto le arcate ricordandomi le espressioni della mia lettera, le espressioni della sua: e pensando che avrei studiato, e che avrei fatto.... In questi giorni studio in Biblioteca: e ogni sera, su nel mio studio, guardo le teste da morto e poi guardo il suo ritratto. L'ho veduta ieri dopo pranzo alle 7 1/2. Tre volte l'ho veduta.
Così pensando e torturandosi, Paolo aveva percorso l'intera via Torino ed era giunto su la Piazza del Duomo. All'aprirsi del largo egli si fermò un istante ad osservare quel formicolare d'uomini in mezzo al via vai multicolore delle carrozze, degli omnibus, delle tranvie, quell'agitazione quasi affannosa della vita urbana che si condensa nel centro d'una grande citt
Un giorno, essendo Spinello a lavorare sulle impalcature del Duomo, in compagnia di mastro Jacopo, questi gli disse di punto in bianco: Ragazzo mio, è tempo che tu voli da te. Volare da me! esclamò il giovine levando gli occhi dal muro, per guardare il maestro. Che intendete di dire? Mi sembra di parlar chiaro; ripigliò mastro Jacopo.
Se non fosse stata lei, perchè avrebbe mostrato di accorgersi tanto di me? Il mio turbamento fu immenso. Poi mi acquietai. Ho dormito sognando dell'incontro. A mattina mi rinacquero mille speranze e pensai a cento ipotesi, mi sentii felice. Sono andato sul corso, in Galleria Vecchia, vicino a Dumolard, in Duomo. Forse è partita! Per dove? Avr
L'ho veduto ieri mattina in via Emilia, che andava a fare la sua solita passeggiata. Gli altri di casa sua, tutti bene egualmente. È ammalato il conte Azzolini, canonico del Duomo; ma quello ha ottantasei anni, poveretto, ed è pieno di acciacchi. Il marchese Frassinori è caduto ier l'altro da cavallo, ma senz'altro danno che qualche contusione.
Sicuro, proseguì mastro Jacopo. Ai tre manigoldi gli dava noia che tu dipingessi a fresco nel Duomo. In che modo l'abbiano risaputo, lo ignoro. Ma gi
Quella gran macchina del duomo incompiuta, coperta di tanti impalcamenti quante sono adesso le sue guglie, era tale ormai che gi
La flotta dei musici andò a farsi la comunione al Duomo dando luogo a diverse cantate o sinfonie» 11 luglio 1780: «flotta dei musici della Unione di S. Cecilia per il Cassaro»¹⁰⁷: donde il sospetto che non si tratti di una frottola poetica, ma di una frotta, di una moltitudine, di persone che andavano cantando un inno, una canzoncina.
Capirete che di tante indicazioni gliene premeva una sola, e quella sola ritenne. Il palazzo Malatesti era anche vicino al Duomo, nella via di S. Eufemia. E lo vide subito, e lo guardò lungamente, passando. Dunque viveva l
E quella voce articolava delle parole in un dialetto a me solo conosciuto in quel dialetto meneghino, che mi suona ruvido e barbaresco quando io l'odo nelle vie di Milano, ma mi commuove come accento fraterno, se mi vien fatto d'udirlo a trecento o quattrocento miglia lontano dal Duomo.
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