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Aggiornato: 8 giugno 2025
In quella s'udirono per le scale passi affrettati, e una voce piangente di vitello: Fratello!... fratello mio!... Era il povero don Bastiano che arrivava.
Non appena il cameriere di monsignor Laudisio annunziò Don Diego, monsignore lo fece entrare. E' terminava un dispaccio per il ministro dei lavori pubblici. Perocchè monsignore aveva assunto l'impresa di una strada, alla quale non si lavorava punto, e per la quale il consiglio d'intendenza faceva istanza che fosse terminata.
Vostra Eccellenza appartiene alla compagnia di S. Alfonso. Così dunque? Sta bene monsignore. Allora vatti a raccogliere per qualche minuto nella camera qui presso, mentre io scrivo due parole al procuratore generale di Potenza. Don Diego obbedì. Però monsignore lo udì a passeggiare nella camera ove ei doveva darsi alla preghiera ed all'esame di coscienza.
Intendo parlare di Don Miguel, principe esecrato dal Portogallo, che venne qui fuggiasco, senza corona e visse a lungo in questa solitudine, vicino ai galeotti, in un esilio che fu certo senza conforti, perchè se a noi, che nulla abbiamo da espiare, questa spiaggia solitaria, ai contini delle paludi pontine, può apparire poetica, ad un re spodestato dovette riuscire insopportabile e con un carattere quasi vendicativo.
Non vi mancherò, rispose don Francesco, cercando dissimulare l'ironia, della quale era improntata la sua risposta. Vi auguro fortuna nel vostro viaggio. Grazie, rispose il conte. «Ah, se ne sospettasse il finale scopo, pensò, non mi augurerebbe fortuna! Ma gi
La principessa, che vigilava, che la gelosia teneva desta, stette lungamente in quella notte con l'occhio al buco della serratura e sempre vide il marito intento a scrivere, sempre udì lo scricchiolio della penna sulla carta. Ella era sicura che don Pio scriveva a Maria, e vegliava come un cerbero perchè quella lettera non le sfuggisse dalle mani.
Costui era sempre allegro; raccontava storielle che facevano fin sorridere donna Lia, suonava la chitarra, cantava canzonette un po' sboccate, e quando don Carmelo dimenticava di far prendere il solito litro di vino, diceva a Cardello: Senz'offesa, don Carmelo... mando il ragazzo qui vicino. Su, panperso: un litro, e del migliore.
Quantunque Rosilde avesse per don Luigi un grande rispetto, l'umilt
Ma non l'ignorava Giuliano, il quale andato errando di montagna in montagna, riveniva per selve e burroni al mesto richiamo; e dirigendosi a corsa verso la chiesa, giungeva che le benedizioni erano state fatte da don Marco, la bara gi
A me mme pare n'avvertimento... Nisciuno ve vo' male? E che saccio? Te cucche? Neh, chi s' 'a pigliata 'a pippa mia? Sta sotto 'o lietto. (accostandosi a don Gennaro che scrive in un libretto, col lapis, seduto sul letto) 'On Genn
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