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Aggiornato: 21 giugno 2025
E tuttavia io non voleva credere che Raimondo fosse mutato verso di me; e lottavo meco medesimo per persuadermi che la sua amicizia aveva sopravvissuto alla distruzione del suo cuore. Domandavo questa fede ad ogni cosa, ad una stretta di mano più lunga, ad un saluto più affettuoso, ad un sorriso più confidente.
E l'indomani mi svegliai soffocato dallo sgomento di chi all'improvviso si vede prossimo ad affogare. Ahimè che cosa ho io fatto! mi domandavo con le mani nei capelli. E pensavo: «Ella non è solo fango. Anche nel suo corpo vive e s'agita un'anima capace di godere e di soffrire. E tu non sospettasti neppur questo, accostandotele!
Come farai, gli domandavo, a illustrare ich habe kein Geld? In un modo semplice. Mettendo tra le parole un individuo che si fruga svogliatamente nelle tasche. Ma il tuo dizionario diventer
Mi era perdurata l'impressione di quel «me» malato che mi era parso di lasciarmi addietro partendo per Milano; mi era perdurata anche la impressione di sentirmi divenuto affatto un altro appena arrivatovi. Ed ora? mi domandavo. Mi accomiatai bruscamente, senza darle nessuna spiegazione del mio contegno.
Il signor conte non può dubitarne, conferma il pellicciaio un po' scosso da tanta insistenza. Tutto il quartiere dove abito lo sa: quattro anni, cinque fra pochi mesi.... Non me dubito, conclude persuaso il conte. Domandavo, perchè Lei mi pare molto giovane....
Ma... domandavo se egli si sia tanto legato a voi da non potersene piú distaccare. Pare di sí. Gli piaccio. Solamente? Gli piaccio piú di tutte le altre donne. E da parte vostra? Da parte mia, che cosa? Non avete una speciale affezione per lui? Non capisco... Che vuol dire «una speciale affezione»? Non siete legata a lui come egli è legato voi? Anche lui piace a me. Piú di tutti gli altri uomini?
Quando io gli domandavo: sai leggere? sai scrivere? o qualche altra consimile domanda, egli mi rispondeva invariabilmente con uno stranissimo accento di convinzione: Io so volare.
Sì che me ne ricordo! e, preso posto dinanzi al cavalletto, si era messo di nuovo a studiare la figura dell'amico. La romanza fu composta in un'ora riprese l'Albani. Dissero che era una rivelazione; credo che abbia fatto il giro d'Italia. A che?... a che?... mi domandavo. Fu invece essa che mi dischiuse il paradiso promesso.
Vi andavo col cuore commosso, come se mi appressassi alle mura del collegio di B. e salissi per le scale e m'aggirassi per i corridoi una volta popolati dalle nostre voci argentine. Per via mi domandavo come avrei fatto a riconoscere Eugenio, e s'egli avrebbe ravvisato me; ma poi che nessuno dei due poteva lusingarsi di tanto, io mi affannavo in quel quesito.
Nella primavera del 1895 parlando con Emilio Rey, gli domandavo perchè oramai non si concedesse riposo, dacchè si era acquistato, con la sua attivit
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